L'opponibilità del contratto
Per inquadrare correttamente la problematica dell’opponibilità del contratto occorre prendere atto che al di là dell’antico brocardo res inter alios acta tertio neque nocet, neque prodest, l’atto negoziale in quanto esiste come fatto sociale assume un peculiare rilievo nei confronti dei terzi.
L’articolo 1372 c.c. nel sancire che il contratto ha forza di legge tra le parti, rivelerebbe che l’atto negoziale è per propria struttura destinato a sortire effetti unicamente tra le parti con la conseguenza che le vicende del contratto riguarderebbero esclusivamente coloro che l’hanno posto in essere, non potendo svolgere nei confronti dei terzi (vale a dire di coloro che non vi hanno preso parte), né effetti pregiudizievoli né effetti vantaggiosi.
Si parla a tale proposito di principio di relatività degli effetti del contratto. Assumendo in considerazione specifica questo principio, esso può essere considerato rispondente alla realtà giuridica soltanto per quanto attiene ai cosiddetti effetti diretti del contratto, dal momento che sotto questo aspetto ne discende la regola dell’irrilevanza per il terzo del rapporto inter partes e la intangibilità della sua sfera giuridica.
L’articolo 1372 c.c. prevede dunque il principio di relatività e al tempo stesso dà rilievo alla capacità estensiva e a quel particolare tipo di proiezione effettuale che, al di là delle parti, il regolamento negoziale può avere.
Dunque nella regola della relatività del contratto non si deve leggere l’inidoneità tecnica del negozio a produrre effetti per soggetti diversi dal proprio autore, essa esprime solo un valore di politica legislativa di rispetto o autonomia delle sfere individuali.
Sotto quest’ottica l’opponibilità del contratto è una qualifica formale che esprime la risposta dell’ordinamento a particolari situazioni conflittuali causate dall’inconciliabilità di titoli d’acquisto incompatibili tra loro, accordando la prevalenza ad uno solo di essi.
Molteplici ricostruzioni interpretative sono state prospettate dalla dottrina sulla problematica dell’inconciliabilità tra l’efficacia traslativa del consenso e gli effetti derivanti dall’applicazione dei meccanismi di soluzione dei conflitti, in particolare sulla ragione per cui un atto di disposizione che abbia forza di legge tra le parti possa essere improduttivo di effetti verso i terzi e soccombente di fronte ad un atto compiuto in conformità alle regole di opponibilità del contratto, senza che con ciò venga compromesso il principio consensualistico.
In realtà ciò che il legislatore ha inteso nella fattispecie perseguire è la certezza dei traffici, e ha fatto ciò attraverso un meccanismo obiettivo, mostrando di voler sacrificare in tal modo e sotto alcuni aspetti la coerenza del sistema alle ragioni, ritenute prevalenti, poste a fondamento delle norme di prevenzione dei conflitti.
L’ordinamento giuridico non conosce una regola unica di soluzione del conflitto, ma regole diverse in ragione della natura del diritto alienato e del tipo di conflitto.
Dunque, ex articolo 1155 cc., generale requisito di opponibilità dei contratti mobiliari è la consegna, che risolve il conflitto in favore di colui che acquista la cosa mobile conseguendone il possesso in buona fede.
In base all’articolo 1265 cc. invece, requisito di opponibilità di contratti aventi ad oggetto diritti di credito è la notificazione, che accorda la prevalenza della cessione che sia stata notificata per prima al debitore o comunque quella che dallo stesso sia stata per prima accettata con atto di data certa.
Generale requisito di opponibilità dei contratti immobiliari è la trascrizione ex articolo 2644 cc., secondo cui tra due acquirenti di un medesimo bene immobile prevale chi per primo abbia trascritto il titolo d’acquisto sugli appositi registri immobiliari.
Infine secondo l’art. 1380 cc. tra i diversi acquirenti di un medesimo diritto personale di godimento prevale colui che per primo ha conseguito il godimento stesso sulla cosa. E se ciò non si verificasse è preferito colui che ha il titolo di data certa anteriore.
Alla luce di tutto ciò, possiamo concludere che l’opponibilità del contratto esprime la tutela dell’acquirente e risponde alla generale esigenza che chi acquista un bene senza frode deve poter contare ragionevolmente su ciò, che altri non abbia sul bene un diritto prevalente di fronte al quale il suo acquisto, pur valido ed efficace, debba cedere in tutto o in parte.
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Informazioni tesi
Autore: | Alessia Tramentozzi |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2003-04 |
Università: | Università degli Studi Roma Tre |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Paolo Maria Vecchi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 200 |
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