Il diritto internazionale umanitario e l'uso delle mine nella guerra terrestre
L’analisi affrontata nel corso del lavoro riguarda il tema delle mine terrestri.
La prima parte anticipa, attraverso lo svolgimento di un’analisi sull'evoluzione storico-tecnologica dell'uso dell’arma, alcune implicazioni di natura giuridica che verranno sviluppate nella seconda parte.
La “guerra di mina”, ha origine da singole operazioni di natura tecnico-genieristica, volte alla demolizione di opere o manufatti e passa, successivamente, all'impiego delle mine con funzione “antimateriale” sul campo e perviene, infine, all'utilizzo degli ordigni con funzione quasi esclusivamente “antiuomo”. Le moderne caratteristiche tecnico-funzionali, il basso costo, la facile reperibilità, la deposizione indiscriminata e massiccia, la bonifica delle aree interessate, la riabilitazione delle comunità colpite e l’impatto sulla vita delle popolazioni civili sono tutti fattori che caratterizzano l’impiego bellico attuale delle mine antiuomo.
Dopo il bando delle terribili armi di “distruzione di massa” si fa ricorso massiccio alle armi convenzionali che, dati gli sviluppi tecnologici, costituiscono un serio pregiudizio per i combattenti a causa delle sofferenze che essi devono subire ma, soprattutto, per la sicurezza delle popolazioni civili, sempre più coinvolte nei conflitti.
Lo studio prosegue con una descrizione del significato di diritto internazionale umanitario applicabile ai conflitti armati come delineatosi dalle origini fino ai tempi recenti per consentite di collocare adeguatamente la disciplina attuale che regolamenta l’uso di determinate armi nel contesto articolato e complesso di una disciplina interessante ma spesso trascurata.
L’analisi affrontata successivamente, riguarda il ruolo di vari forum internazionali ed i contributi da essi offerti alla soluzione dei problemi sollevati dall’impiego delle mine ed i rispettivi contributi allo sviluppo della disciplina giuridica considerata.
La seconda parte inizia con l'esame della produzione dottrinale e normativa relativa alle mine terrestri precedente al 1980, anno in cui viene adottato il primo strumento giuridico internazionale che riguarda specificamente l'argomento.
Successivamente si delinea il percorso che conduce all'adozione della Convenzione del 1980 su divieti e limitazioni nell’uso di determinate armi convenzionali che possono essere ritenute eccessivamente invalidanti o causare effetti indiscriminati e del Protocollo II 1980 su mine, booby-traps e altri congegni.
Segue una panoramica storica seguita da una esposizione dei contenuti del Protocollo II che rappresenta il primo, organico tentativo di disciplinare la materia tenendo conto della necessità di temperare le esigenze militari che affidano all'uso delle mine terrestri un ruolo fondamentale e la necessità di assicurare il soddisfacimento degli imperativi umanitari volti a proteggere i civili dall'uso indiscriminato di tali ordigni.
Il lavoro prosegue con una esposizione dei contenuti ed un commento sulla nuova formulazione del Protocollo sulle mine, come emendato a seguito dei lavori della Conferenza di revisione della Convenzione 1980 sulle armi convenzionali, conclusasi nel maggio del 1996, che costituisce il punto di arrivo attuale della disciplina.
Si conclude con un riepilogo che illustra la situazione complessiva dal punto di vista umanitario e con alcune considerazioni finali che evidenziano come i mutamenti sostanziali nell’uso delle mine abbiano determinato un’azione, da parte di svariate componenti della comunità internazionale, tesa a rilanciare la necessità di una revisione radicale della disciplina.
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Informazioni tesi
Autore: | Sergio Petiziol |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1995-96 |
Università: | Università degli Studi di Trieste |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze Politiche |
Relatore: | Andrea Gioia |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 267 |
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