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Le autonomie regionali alla prova delle riforme introdotte dalle Ll. nn. 59 e 127 del 1997 e dai successivi d. lgs. di attuazione (d. lgs. n. 112/1998 e n. 281/1997)

Le leggi Bassanini ed i relativi d.lgs di attuazione (d.lgs n. 112/1998 e n. 281/1997) hanno realizzato una riforma ambiziosa e di grande portata. La Bassanini 1 da un lato è diretta ad ampliare le funzioni amministrative di regioni ed enti locali, dall'altro procede alla riorganizzazione dell' amministrazione centrale e periferica dello Stato.
La riforma è completata dai d.lgs di attuazione. In particolare il d.lgs n. 112/1998 si occupa '' in attuazione del capo I della L. 59/1997 del conferimento delle funzioni amministrative alle regioni e agli enti locali. In questo caso particolarmente importanti sono gli aspetti riguardanti il trasferimento delle risorse ( da attuarsi attraverso i D.P.C.M, che verranno emanati entro il 31 dicembre 2000) in quanto soltanto dopo di esso gli enti locali potranno esercitare le funzioni delegategli dallo Stato.
Con il d.lgs n. 281/1997 viene rafforzata la Conferenza Stato-Regioni, rendendola permanente ( mentre in precedenza veniva convocata solo a discrezione del Presidente del Consiglio); quest'ultima vede potenziata la sua funzione consultiva che esercita attraverso l' espressione di pareri.
Il decreto crea poi la Conferenza Unificata dall'unione della Conferenza Stato-Regioni e la Conferenza Stato-città-autonomie, per materie di interesse comune. In merito a quest'ultima sorgono delicati problemi di legittimità costituzionale (messi in evidenza dalla recente sentenza della Corte Costituzionale, la n. 400/1998)
riguardanti la livellazione nell'ambito della Conferenza tra le regioni e gli enti locali, non riconoscendo quindi alle regioni quel ruolo differenziato rispetto a questi ultimi che la Costituzione prevede.
Infine, la riforma è completata dalla L. 127/1997 che contiene diverse misure per semplificare il rapporto tra il cittadino e la P.A. In questo senso , procede ad un' opera di semplificazione della documentazione amministrativa con l' introduzione dell'autocertificazione.
La legge prevede inoltre, la semplificazione dei controlli amministrativi di legittimità sugli atti delle regioni, circoscrivendoli a casi limitati numericamente, e del controllo eventuale sugli atti degli enti locali, prevedendo un particolare sub-procedimento .
Nonostante l'ampio disegno della legge Bassanini, la riforma non è ancora stata attuata in tutti i suoi punti. Come ha affermato lo stesso Bassanini ''è ancora in mezzo al guado...''. Si attende ancora l' emanazione dei D.P.C.M di trasferimento delle risorse, e soprattutto una riforma della Costituzione in senso federale, per eliminare tutte le incertezze che nonostante le novità apportate, continuano a gravare sulla riforma Bassanini.

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4 Introduzione Con le due leggi Bassanini, ( LL. n.59/1997 e 127/1997) e con i successivi decreti di attuazione ( d.lgs n. 281/1997 e n. 112/1998 ) viene realizzata nell’ ambito dell’ ordinamento amministrativo dello Stato, una riforma ambiziosa e di grande portata, destinata ad incidere profondamente sul sistema delle autonomie locali. La L.. n. 59/1997 prevede infatti una complessiva riorganizzazione dell’ amministrazione italiana, sia a livello centrale che periferico, determinando un ampio “decentramento” di funzioni verso le Regioni e le autonomie locali, senza modificare l’ attuale Costituzione. L’ importanza di tale riforma è dovuta non solo agli obbiettivi che si propone di perseguire, ma anche ai principi che per la prima volta inserisce nel nostro ordinamento. In particolare il “principio di sussidiarietà”, in base al quale la cura degli interessi del cittadino viene affidata all’ Ente Locale ad esso più vicino e quindi ricade su quest’ ultimo la responsabilità per la risoluzione dei problemi più immediati. La legge introduce inoltre il termine “federalismo amministrativo” espressione che significa valorizzazione e potenziamento della potestà amministrativa degli Enti Locali e delle Regioni, rispetto all’ autorità statale. Un’ ulteriore novità è rappresentata dal fatto che, per la prima volta vengono individuate, secondo un criterio che ribalta completamente quello tradizionale, le materie e le funzioni riservate allo Stato, prevedendo che tutti gli altri compiti localizzabili nei rispettivi territori, siano conferiti alle Regioni e agli Enti Locali, in base al principio di sussidiarietà. Quindi in base a tale principio, si procede all’ attribuzione delle funzioni secondo un ordine gerarchico inverso : ai Comuni, poi alle Province, alle Comunità Montane, alle Regioni, ed infine allo Stato che cede all’Unione Europea quelle funzioni che possono essere svolte solo in ambito sovrannazionale.

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