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Stretta della Bce, ma l'euro non sale
A sorpresa, la Banca Centrale Europea alza il costo del denaro di Eurolandia di 25 punti base. Il tasso di riferimento così sale al 4,75%, dal 4,50%; quello sulle operazioni marginali di finanziamento si porta al 5,75% e quello sui depositi al 3,75%.
La nuova stretta a difesa dell'euro debole è la sesta dall'inizio dell'anno, la terza in meno di quattro mesi e l'ottava dalla costituzione della banca di Francoforte.
Duisenberg persiste nella sua opera di contenimento dell'inflazione, assicurandosi che gli attuali tassi di inflazione non intacchino le aspettative inflazionistiche e quindi il meccanismo dei prezzi e la composizione dei salari. Non mancano quindi gli appelli ai governi a non scaricare sui bilanci pubblici il costo della bolletta petrolifera; e ai sindacati a non fare altrettanto con le richieste salariali.
L'euro però non trae benefici dalla stretta: dopo una breve fiammata, la moneta comune scende sotto la quota di 0,87 dollari e chiude a 0,8690.
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