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Si prepara la spedizione italiana in Albania
Il presidente del Consiglio francese, Aristide Briand, si reca dall'ambasciatore italiano a Parigi, Tommaso Tittoni, per concertare il comportamento da tenere nei confronti della Grecia in vista dello sbarco a Salonicco: egli si dice decisamente contrario ad un atteggiamento minaccioso, mentre invece è suo proposito di continuare in una attitudine amichevole verso Atene, almeno fino a quando sia giunto il momento di colpire fortemente. I due, poi, discutono dell'entità della spedizione italiana in Albania: secondo Briand, il governo di Roma dovrà inviarvi almeno 100 mila uomini che, giunti in tempo, potranno soccorrere e raccogliere altrettante unità serbe; a Salonicco invece, gli anglo–francesi avrebbero inviato 150 mila unità per raccogliervi altri 100 mila serbi. Così facendo, gli alleati si troveranno a disporre nei Balcani di una forza complessiva di 450 mila uomini. Briand inoltre, dice che se il corpo di spedizione italiano, occupata facilmente l'Albania, si trincererà nei pochi e difficili sbocchi delle Alpi albanesi verso la Macedonia, costituirà una minaccia nel fianco dell'esercito austro-tedesco-bulgaro operante contro gli anglo-francesi provenienti da Salonicco.
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