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Il Congresso di Verona
Si riuniscono a Castelvecchio (Verona) i delegati delle organizzazioni del Partito fascista repubblicano in tutta l'Italia settentrionale. Il dibattito evidenzia come nei discorsi dei delegati all'assemblea del nuovo partito riecheggino i motivi di quegli elementi sindacalisti e anarchici che ai primi tempi del Partito fascista, precedenti la marcia su Roma, hanno avuto una certa funzione e sono stati puntualmente messi da parte.
Nel corso del Congresso, viene approvato il Manifesto programmatico del partito fascista repubblicano (il cosiddetto Manifesto di Verona), redatto da Mussolini con la collaborazione di Bombacci e di Pavolini. Il punto 7 affronta la questione ebraica: «Gli appartenenti alla razza ebraica sono stranieri. Durante questa guerra appartengono a nazionalità nemica». Per la prima volta quindi, dopo tutte le vicissitudini passate, gli ebrei sono espulsi completamente dall'organismo dello stato fascista e dichiarati nemici dell'Italia.
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