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Primo tentativo di introdurre in Italia il lavoro interinale
Il Decreto Amato rappresenta il primo tentativo di introduzione per legge del lavoro interinale; tentativo fallito in quanto il Decreto non sarà poi convertito dal Parlamento.
Il decreto, volendo introdurre una disciplina che coniughi i due contrapposti modelli d'oltralpe del lavoro interinale a termine (secondo la legge francese) e a tempo indeterminato (secondo la legislazione tedesca) prevede, accanto al contratto a tempo indeterminato (considerato dal decreto come fisiologico), la facoltà di assunzione a termine, ma per un periodo di tempo non inferiore a dodici mesi e comunque con il potere di disdetta in tempo utile, con il risultato di una ambigua e contraddittoria normativa, destinata a paralizzare, di fatto, il ricorso a questo tipo di rapporto di lavoro da parte delle imprese.
Anche la restrizione dei casi in cui è possibile ricorrere al lavoro interinale alle sole situazioni rispetto alle quali possa legittimamente stipularsi un contratto di lavoro a tempo determinato appare molto riduttiva. Ma la più evidente anomalia del decreto è costituita dalla previsione di limitare l'esercizio dell'attività di fornitura di lavoro temporaneo al solo settore delle attività terziarie, con implicita esclusione dei comparti industriali e agricoli.
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