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Nuove regole per le citazioni di ebrei nei libri di scuola
Una circolare del Ministero dell'Educazione Nazionale stabilisce che «nei libri di testo per le Scuole sono consentite le citazioni ed ammessi, in genere, i riferimenti al pensiero di autori di razza ebraica – beninteso, con la più assoluta parsimonia – solo se si tratti di autori morti non oltre la metà dello scorso secolo. E' altresì consentito, e senza limitazione alcuna, che nelle bibliografie contenute nei testi scolastici siano menzionate opere di razza ebraica». Non sfuggono a questa generale epurazione anche le principali case editrici italiane (quasi tutte ebree o in mano loro), «invitate» a cambiare l'originale nominativo ebraico: la Casa Editrice Bemporad di Firenze in «Casa Editrice Poliziano», la Casa Editrice Edizione Lattes di Torino in «Editrice Libraria Italiana», la Casa Editrice Treves in «Società Anonima Tipografica Riviste Edizioni Varie e Scientifiche» (Società T.R.E.V.E.S.) e la Casa Editrice Formiggini di Roma in «Edizioni dell'I.C.S.». E' Coinvolta rimase anche l'Enciclopedia Treccani: «Yi siete mai presi – ha scritto Giovanni Preziosi ne "La Vita italiana del novembre 1938) – la briga di far scorrere sotto i vostri occhi i nomi dei collaboratori dell'Enciclopedia? Ve n'è da riempire una sinagoga».
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