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Milosevic vince le elezioni
Ben sessanta partiti prendono parte alle elezioni in Serbia, anche se sono due quelli che realmente monopolizzano la contesa: l'ex Lega dei comunisti di Milosevic – ora socialista – nazionalista ed imperniata sull'idea della Grande Serbia (la Serbia, è solito dire Milosevic, è ogni zona abitata da serbi) e quello del suo avversario Vuk Draskovic – il Movimento del Rinnovamento Serbo – anch'esso intriso di acceso nazionalismo ed il cui pensiero non è sostanzialmente molto distante da quello di Milosevic (la differenza più evidente è che Draskovic si dichiara monarchico) tanto che in un intervista ha affermato che «i confini – della Jugoslavia, ovviamente - cambieranno solo con la spada».
I quasi duecentomila albanesi del Kosovo non partecipano alla contesa elettorale, anche se tale scelta si rivelerà un'arma a doppio taglio: infatti, da un lato pone l'accento sulle loro richieste di autonomia, mentre di contro produce un'ovvia autoghettizzazione che, certo, non migliora la loro situazione.
Quasi scontato il successo del nazionalista Milosevic.
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