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L'Editto sulla stampa
L'Editto sulla stampa rappresenta il passaggio da una legge fondata sul principio della censura preventiva (le Lettere Patenti), ad una invece che proclama libera la stampa (l'Editto, appunto), basata sulla repressione dei reati. L'Editto consta di 91 articoli, "contiene disposizioni per la stampa comune, per quella periodica e per le altre pubblicazioni di qualsiasi sorta (disegni, incisioni, litografie ed emblemi)". La legge contiene molti elementi innovativi, quelli più caratterizzanti sono i seguenti: la dichiarazione (non più l'autorizzazione) preventiva alla Segreteria di Stato per gli Affari Interni; la nomina del gerente responsabile, "inteso quale organo interposto fra la stampa e i pubblici poteri sia agli effetti del controllo sulla stampa sia agli effetti della responsabilità"; ed infine la consegna della prima copia firmata dal gerente alle autorità competenti. Nel panorama legislativo europeo si distingue come una delle più liberali, almeno sulla carta. E' il preambolo dell'Editto a consacrare il principio della libertà di stampa: "Necessaria guarentigia delle istituzioni d'ogni ben ordinato Governo rappresentativo, non meno che precipuo istromento d'ogni estesa comunicazione d'utili pensieri", ammonendo tuttavia che "l'uso della libertà cessa dall'essere propizio allorché degenera in licenza, [...] così la correzione degli eccessi debbe essere diretta e praticata in guisa che si abbia sempre per tutela ragionata del bene, non mai per restrizione arbitraria".
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