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Hitler pretende il cancellierato, ma Hindenburg rifiuta
Adolf Hitler è invitato da Erwin Planck, il segretario di stato del Cancelliere Franz von Papen, a recarsi al palazzo presidenziale. Accompagnato da Rohm e da Frick, è a colloquio con il Presidente della Repubblica Hindenburg per poco più di venti minuti. In un'atmosfera cordiale il presidente apre i colloqui chiedendo a Hitler se è pronto, insieme al suo partito, ad entrare in un governo sotto il cancellierato di Papen. Hitler replica che accetterà solo la leadership del governo e il controllo completo dello Stato. Hindenburg risponde che non è compatibile con la sua coscienza di responsabile dello Stato dare tutto il potere solamente ad un partito.
La dichiarazione ufficiale sull'esito del colloquio fa piena luce sul dissidio esistente tra il presidente del Reich e Hitler. Oltre ad annunciare il rifiuto del capo nazionalsocialista, si menziona nella dichiarazione che Hitler ha chiesto la stessa posizione di quella che ha ottenuto Mussolini dopo la marcia su Roma. I nazisti smentiscono subito una tale dichiarazione che li mette in cattiva luce, ma Papen nelle sue memorie confermerà che lui e Schleicher hanno ben interpretato quelle parole.
Le reazioni delle forze democratiche e repubblicane di fronte alla resistenza opposta da Hindenburg a Hitler è estremamente positiva. Hindenburg teme che i piani nazionalsocialisti celino intenzioni dittatoriali difficilmente controllabili. Sta di fatto che il rifiuto di Hindenburg irrita moltissimo Hitler, che è sicuro del fatto suo quando pensa all'enorme massa degli elettori che lo hanno appoggiato. Nello stesso tempo però si crea una frattura all'interno del partito nazionalsocialista. Prende, infatti, il sopravvento l'ala sinistra del partito, guidata da Strasser, che combatte il governo, al contrario dell'ala nazionalista che maggiormente si identifica, dal punto di vista ideologico, con il ministero Papen. Anche le milizie delle SA si mostrano irrequiete, non volendo più aspettare che maturino i tempi per la presa definitiva del potere. Nonostante il difficile compito, Hitler, aiutato da Rohm, riuscirà a convincere i militanti nazionalsocialisti a desistere di fronte alla tentazione di prendere le armi.
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