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Popper e la filosofia della storia


Anche la scienza allora ha un significato storico, cioè solo all’interno della storia essa può essere compresa e può progredire. È chiaro allora che il principio di falsificazione è più economico: mi basta un solo elemento che smentisca. Anche Popper critica Bacone a proposito dei pregiudizi: afferma che l’uomo senza pregiudizi non esiste, per quanto essi possano essere riconosciuti. Lo scienziato allora non è mai obiettivo completamente.
Allargando il discorso Popper contrappone una società aperta da contrapporre ad una società chiusa: la prima è quella della libera espressione in modo che il confronto fra la diverse opinioni possa arrivare a raggiungere la verità nella sua interezza => è per questo considerato uno dei padri del liberalismo. L’ultima riflessione più importante che egli fa riguarda la filosofia della storia (intesa come interpretazione dello sviluppo del fatto storico). Egli è contrario a qualunque filosofia della storia poiché essa entra in contrasto con la libertà individuale; se dovessimo dar credito alle teorie di Marx che sostengono che cmq l’individuo agisca la società è destinata a giungere ad un governo comunista, si metterebbe a repentaglio la libertà di ciascun singolo, considerato da Popper quasi un principio ontologico della natura dell’uomo.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA di Carlo Cilia
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Popper