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L'approvazione delle leggi fascistissime - 1925 -

L'approvazione delle leggi fascistissime - 1925 -




Nel 1925 si passa allo scioglimento di tutte le associazioni politiche avverse al fascismo, quindi alla chiusura non dei partiti ma dei loro giornali, oltre che all’arresto dei dirigenti e dei militanti oppure alla loro aggressione o ostracismo politico.
Inoltre vengono approvate le leggi fascistissime che impongono le seguenti misure: il governo è responsabile solo davanti al re e non ha bisogno del voto di fiducia al parlamento; sono nominati nuovi organismi governativi come il podestà; viene introdotta la pena di morte per chi attenta la vita dei regnanti o del capo del governo (Mussolini aveva subito già 4 attentati falliti); i processi relativi alle imputazioni di carattere politico vengono affidati ad un Tribunale speciale, i cui giudici sono scelti tra gli ufficiali dell’esercito e tra i membri della Milizia; vengono create le Corporazioni fasciste, ovvero l’organizzazione sindacale fascista, divisa per mestieri, in cui poteva accedere anche il capitalista; si dichiarano decaduti tutti i deputati dell’opposizione. Nasce così un regime politico monopartitico.
Con la legge del 1928 vi è solo un’unica lista nazionale, compilata dal Gran Consiglio e gli elettori possono solo approvarla o respingerla.
Per dare un freno all’inflazione, Mussolini decide di applicare la quota novanta, ovvero che se prima una sterlina inglese valeva 155 lire italiane, adesso ne vale 90. Ciò fu fatto per avere la rivalutazione della lira ma creò difficoltà alle imprese esportatrici. Infatti le merci italiane cominciarono a costare di più.
Nel 1923 fu attuata dal ministro della pubblica istruzione, Giovanni Gentile, la riforma scolastica, che ha riorganizzato i curricula fondandoli sulla preminenza delle materie umanistiche e ha reso obbligatorio l’insegnamento della religione nelle scuole elementari. Inoltre ha introdotto l’esame di Stato al termine di ogni ciclo scolastico, un sistema che permette agli istituti privati di rilasciare diplomi che hanno lo stesso valore di quelli delle scuole pubbliche.
Nel 1929 Mussolini firmò i Patti Lateranensi, ovvero un trattato tra Chiesa e Stato italiano. L’accordo prevede che lo Stato italiano paghi al Vaticano un’indennità come risarcimento della perdita del potere temporale; in cambio il papa riconosce lo Stato italiano e accetta di esercitare la sua sovranità solo sul suolo del Vaticano. L’accordo prevede anche un Concordato, col quale il regime fascista conferma il cattolicesimo religione ufficiale, impone l’insegnamento della religione cattolica come materia scolastica e riconosce l’Azione cattolica, unica organizzazione non fascista in Italia.

Tratto da L'ETÀ CONTEMPORANEA di Gabriella Galbiati
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