Fratture chiuse ed esposte
Un altro criterio classificativo abbastanza importante è quello che ci permette di distinguere :
Fratture CHIUSE: nel nostro immaginario tutte le fratture sono in realtà chiuse, cioè avvengono tutte con il mantenimento dell’integrità del mantello cutaneo ma esiste anche la possibilità che l’osso una volta fratturato fuoriesca (in questo caso i frammenti ossei non hanno alcun contatto con l’ambiente esterno quindi sono fratture in cui il frammento cutaneo risulta praticamente integro)
Fratture ESPOSTE: è legata alla fuoriuscita del tessuto osseo al di fuori della cute e quindi a contatto con l’ambiente esterno
Questo tipo di distinzione è molto importante perché le fratture esposte sono fratture che possono andare in contro a una complicanza molto temibile in campo ortopedico che è quella della infezione. Nel momento in cui il tessuto osseo entra in contatto con l’ambiente l’esterno subisce una contaminazione germica e questi germi trovano nell’ambito del tessuto osseo un terreno estremamente fertile per la loro proliferazione; a differenza degli altri tipi di infezione in cui è sufficiente una terapia antibiotica per un due tre giorni che di solito risolve il problema nel tessuto osseo invece il problema è molto più rilevante perché da un lato è un ottimo substrato per la crescita di germi e particolarmente ricco di sangue , dall’altro è un tessuto molto difficilmente aggredibile dagli antibiotici, ne deriva che nel momento in cui dovesse svilupparsi un processo infettivo a livello dell’osso detta osteite o osteomielite questa risulta essere un’affezione particolarmente grave che può durare addirittura per mesi o per anoni; per curarla deve essere prevenuta con un trattamento antibiotico, cioè una frattura esposta deve sempre essere trattata quanto prima possibile con terapia antibiotica di copertura, e nel momento in cui si dovesse sviluppare le possibilità di intervento sono da un lato l’intervento farmacologico quindi il ricorso a antibiotici di altro tipo che possono combatterla oppure nei casi estremi il ricorso alla chirurgia. La chirurgia può prevedere anzitutto una pulitura del focolaio quindi un lavaggio abbondante che dovrebbe rimuovere quanto più possibile questi germi, ma nei casi estremi si può ricorrere a interventi di resezione ossea per osteomieliti cioè si porta via la parte di osso infetto e poi con particolari sistemi che sono dei fissatori esterni si fa ricrescere la parte mancante con del tessuto osseo ex novo (teconica dell’ascensore, di cui parleremo più avanti).
Continua a leggere:
- Successivo: Classificazione delle fratture in base allo scheletro
- Precedente: Fratture traumatiche
Dettagli appunto:
- Autore: Irene Mottareale
- Università: Università degli Studi di Palermo
- Facoltà: Scuola Universitaria Interfacoltà in Scienze Motorie
- Esame: Malattie dell'apparato locomotore
- Docente: Sanfilippo
Altri appunti correlati:
- Discipline dell'Apparato Locomotore
- La Lombalgia e la lombosciatalgia
- Patologie del ginocchio: gonartrosi
- Patologie dell'anca: coxoartrosi
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
- Il trattamento chinesiterapico nella preparazione al corsetto fisso in Articast
- Analisi critica delle conseguenze del nuoto sulla postura nelle diverse fasce di età
- Attività motoria in acqua per il trattamento della rachialgia
- La Nigella sativa e il timochinone nel trattamento delle infiammazioni articolari
- Metodo McKenzie Vs Elettroterapia Antalgica Transcutanea
Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.