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La relazione sugli archivi di stato italiani del 1883


Nel 1883 fu pubblicata una relazione sugli archivi di stato italiani; tale offre informazioni sulla realtà documentaria degli archivi allora esistenti; usa una terminologia tutt’altro che univoca, si usano a volte con significato analogo, a volte diverso, i termini sezione, divisione, dipartimento, serie, classe categoria, collezione. La varietà dei termini usati non deve meravigliare. C’è comunque nella relazione la volontà di trovare parametri classificatori che consentano di descrivere sia le generali organizzazioni-strutture del materiale raccolto presso singoli istituti, sia le articolazioni specifiche in essa presenti. Ma questa presenza ha dovuto fare i conti con la varietà delle tipologie documentarie proprie ai particolari ordinamenti istituzionali dell’Italia pre unitaria, nonché con i relativi progetti conservativi abbozzati o realizzati in precedenza; la complessiva realtà documentaria sembrava sfuggire al primo tentativo che veniva fatto mirante a incasellarla entro schemi tendenzialmente uniformi. La Relazione lasciava in sostanza aperto il problema sul disegno conservativo che, proposto a livello normativo, era da realizzare a livello concreto sia in ambito locale che nazionale. In ambito locale un disegno conservativo che col tempo si sarebbe imposto su altri, sia pure con modificazioni dettate dalla specificità delle singole realtà documentarie e dai diversi modi di trasmissione che le avevano interessate, era già stato peraltro delineato. È quello che, proposto ed attuato da Francesco Bonaini per l’archivio di Firenze, successivamente adottato da altri archivi toscani,aveva trovato la sua più compiuta realizzazione nell’archivio di Lucca.

Tratto da GLI ARCHIVI TRA PASSATO E PRESENTE di Alessia Muliere
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