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I 3 pilastri della dottrina Truman


1) Politico-Ideale: per convincere opinione pubblica e congresso a stanziare soldi per situazioni in Grecia e Turchia bisogna presentare il problema come lotta tra bene e male, sistemi totalitari contro free people, non limitarsi a descrivere la situazione circoscritta.
2) Economico: il piano Marshall allo scopo di colmare il dollar gap che impediva all’Europa di commerciare con gli Usa.
3) Militare: Patto Atlantico del 1949
Il Congresso risponde prontamente elargendo milioni di dollari, per la Grecia e la Turchia. Per gli Usa le grandi potenze che storicamente hanno fatto da contrappeso all’impero sovietico non possano più ricoprire quel ruolo, e debbano perciò essere sostituite dagli Stati Uniti, gli unici ad essere in grado di imporre dei limiti all’espansione della potenza russa; non attraverso il diretto uso della forza militare, bensì indirettamente, attraverso la promozione di prosperità, sicurezza e stabilità delle nazioni a rischio. Questa nuova DOTTRINA DEL CONTENIMENTO si propone di contenere l’avversario all’interno dei propri confini, arginando il cosiddetto EFFETTO DOMINO delle nazioni che si spostano verso la sfera sovietica (si parla anche di Teoria della mela marcia, che contagia tutte le mele del cestino); tali rischi sembrano più vicini che mai, vista anche la presenza dei partiti comunisti, in primis quello francese e quello italiano. Il contenimento non contempla l’uso dell’arma militare se non come ultima spiaggia: prevede invece da una parte l’arma politica che faccia sì che non attecchisca l’ideologia comunista, dall’altra l’arma economica che permetta il risanamento dei paesi a rischio; una massiccia iniezione di aiuti finanziari statunitensi per risollevare la vacillante economia europea avrebbe potuto evitare la creazione di terreno fertile per l’attecchimento dell’ideologia comunista. A questo proposito viene elaborato l’European Recovery Program (ERP),  detto PIANO MARSHALL, progetto annunciato al mondo dallo stesso Segretario di Stato ;  situazione critica in cui versa l’economia europea, necessita di assistenza finanziaria per coprire i costi delle importazioni essenziali (risorse e materie prime), almeno fino alla ripresa delle esportazioni. I due elementi che contraddistinguono il Piano Marshall sono:
la MULTILATERALITA’: gli aiuti devono essere distribuiti su base multilaterale anziché bilaterale, affinché sia l’Europa come unico interlocutore a strutturare le modalità di suddivisione dei capitali innestati;
la GENERICITA’: nessun paese è escluso, possono aderire anche i paesi comunisti dell’Europa orientale e la stessa Unione Sovietica.
Il ministro degli Esteri britannico e francese, convocano una Conferenza a Parigi, alla quale Stalin invia il ministro degli Esteri Molotov: ma le condizioni legate al programma di aiuti si rivelano ben presto inaccettabili per l’URSS;  il 1° luglio 1947 Molotov abbandona la conferenza denunciando il piano statunitense come un complotto per ottenere il controllo delle economie europee e come un’intrusione ingiustificata negli affari interni di stati sovrani. Non partecipano alla conferenza i paesi del blocco sovietico (Polonia e Cecoslovacchia sono costrette a ritirare le proprie lettere d’accettazione) e neanche la Spagna, per via delle sue simpatie nei confronti dell’Asse durante la guerra. Le 16 nazioni destinatarie istituiscono l’Organizzazione Europea per la Cooperazione Economica (OECE), al fine di distribuire i fondi e promuovere il coordinamento delle loro politiche economiche nazionali (1° fenomeno di integrazione europea). La risposta sovietica è aspra: nel settembre 1947 si tiene in Polonia, una riunione dei rappresentanti dei partiti comunisti dell’Europa orientale più quello italiano e francese, e come sostituto del defunto Comintern (abolito nel 1943 a seguito delle proteste anglo-americane) viene istituito l’Ufficio di informazione comunista (COMINFORM); esso, apparentemente destinato a coordinare le attività politiche dei partiti comunisti europei, diventa in pratica lo strumento del Cremino per il sabotaggio del Piano Marshall.

Tratto da STORIA DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI di Alice Lavinia Oppizzi
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