Burke: Riflessioni sulla rivoluzione francese
Nelle “riflessioni sulla rivoluzione francese” manifesta il timore che il nuovo governo francese avrebbe svolto una politica in contrasto con gli interessi inglesi e questo avrebbe finito per provocare un conflitto.
Parla dell’ingenua affermazione di chi ritiene che la rivoluzione francese sia la ripetizione dopo un secolo della gloriosa rivoluzione inglese del 1689. per Burke sono due avvenimenti diversi: la rivoluzione inglse voleva difendere l’antico sistema costituzionale assicurando il trono d’inghilterra alla discendenza protestante. Il parlamento inglese si sentiva inserito in una tradizione e vincolato a una serie di norme non scritte che delimitavano e regolavano il potere sovrano. Essi non intesero ricostituire ex novo la costituzione inglese ma solo conservarla e migliorarla. La rivoluzione francese è ispirata ad un principio opposto: la società deve essere ricostituita ex novo mediante la ragione: la tradizione in quanto fondata sul timore, sull’errore, deve essere cancellata. La rivoluzione accoglie il presupposto che sussista una equivalenza tra realtà e ragione e che la politica si realizza sul piano della ragione. Si pensava che l’ordine politico fondato sulla ragione corrisponde alle vere esigenze dell’uomo.
La rivoluzione è la conclusione dell’affermazione illuministica dell’assoluto primato della ragione quale unica misura cui debbono essere riportate istituzioni, leggi, costumi tradizioni.
Burke dice che la politica non può fondarsi su questo tipo di ragione. La politica è una scienza sperimentale e come tale non si può insegnare a priori. La politica deve riferirsi a un tipo di ragione che si sia plasmata sull’esperienza che si genera dalla stessa esperienza. La realtà politica è complessa e non può essere compresa con i criteri dell’intelletto analitico.
L’esperienza della vita di un solo individuo non basta. Occorre l’esperienza di più individui e più generazioni quale si acquisisce tramite le istituzioni, le leggi, i costumi, le tradizioni, che contengono in sé la vera ragione politica.
La ragione su cui si basa la politica si identifica con la storia.
La ragione deve sì considerare gli stati, le istituzioni, le leggi, i costumi nella prospettiva storica quali risultati di una attività ininterrotta, ciascuno avente la sua fisionomia e caratteristica.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Filippo Amelotti
[Visita la sua tesi: "Il Canada e la politica internazionale di peacekeeping"]
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- Università: Università degli studi di Genova
- Facoltà: Scienze Politiche
- Esame: Storia delle dottrine politiche
- Docente: Lazzarino
- Titolo del libro: Storia delle dottrine politiche
- Autore del libro: M. D'Addio
- Editore: ECIG
- Anno pubblicazione: 2002
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