Tribunale di Malta
Sant'Uffizio di Malta 1530. Malta viene concessa ai cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme. Questi cavalieri sono un ordine monastico-cavalleresco, cioè sono dei monaci ma anche cavalieri. In verità, si erano installati nell'isola di Rodi, vengono cacciati dall'impero Ottomano che però gli concede l'isola di Malta, che fino a quel momento era appartenuta ai siciliani; a Malta i cavalieri organizzano una cittadella fortificata, la Valletta, sul porto naturale appunto protetto dalla città murata, organizzata dal punto di vista militare. I cavalieri di Malta sono stati per secoli i più audaci pirati cristiani: Malta era un nido della corsa cristiana. Come loro, c'erano i cavalieri di Santo Stefano, anch'esso un ordine monastico e cavalleresco, che viene organizzato in Toscana e che ha, a Pisa e a Livorno, la propria base; anche questi sono dei feroci corsari ma, mentre i cavalieri di Santo Stefano battono il mare tra la Corsica, Sardegna e Roma e non si spingono più a sud se non qualche volta, di contro i cavalieri di Malta battono l'Egeo, dato che Malta posizionata in una posizione centrale nel Mediterraneo perché ha a Est la Grecia (che allora faceva parte dell'impero Ottomano), a Ovest la Sicilia, a Nord l'Italia mentre a Sud il Nord Africa, è quindi incastonata nel Mediterraneo in una posizione strategica. Non a caso l'imperatore dà ai cavalieri quest'isola: era un modo di controllare il Mediterraneo orientale. Tanto importante è questa posizione strategica che gli ottomani cercano di riprendersi Malta. Nel 1565, la pongono sotto assedio: l'assedio dura mesi, costa molto agli ottomani in termini militari e di risorse, è un assedio che viene guardato con grande interesse e trepidazione in tutto il Mediterraneo, anche dai moriscos di Spagna (la quinta colonna dell'impero romano) che vennero espulsi nel 1614 per ragioni non religiose (altrimenti sarebbe toccato al papa), ma per ragioni politiche, da parte del re, per tradimento per l'interigenza con il turco: essi si erano messi d'accordo con l'impero ottomano e aspettavano che gli ottomani, presa Malta nel 1565, si dirigessero verso la Spagna, dove i moriscos si offrivano di liberare il paese dagli spagnoli. Sarebbe stato un sogno morisco quello di ritornare alla situazione dei regni arabi in Spagna: questo lo dicevano i diplomatici, ma è plausibile che, nel momento in cui Malta viene assediata per mesi, questo abbia aperto presso i moriscos la speranza e l'aspettativa che questi ottomani, presa Malta, poi potessero venire il Spagna per aiutarli. In verità, i cavalieri di Malta resistono all'assedio molto duro e questo gli darà ancora più fama. Malta, in quanto centro corsaro, diventa grande mercato mediterraneo di schiavi. Qui si istituisce il Sant'Uffizio nel 1574, qualche anno dopo la battaglia di Lepanto, alla quale battaglia i cavalieri di Malta avranno un contributo molto importante, perché la battaglia di Lepanto viene organizzata contro l'impero ottomano ancora una volta, e a cui partecipano Spagna (anche regno di Sicilia e le sue galere), la repubblica di Genova, la repubblica di Venezia, i cavalieri di Santo Stefano del granduca di Toscana, i cavalieri di Malta e le galere del Papa. Siccome è una guerra contro "l'infedele", questa lega, unione di Stati che si viene a formare, si chiama Lega Santa. Dunque la battaglia di Lepanto è la battaglia di tutte le forze cattoliche, apostoliche e romane, ad eccezione della Francia che invece comincia una politica di intesa, negoziato e trattativa diplomatica con Istanbul, tale per cui è fuori dalla lega santa. Il Generale dell'esercito della lega santa è Don Giovanni d'Austria, il fratello bastardo di Carlo V, che era diventato un grande generale proprio nella repressione della ribellione delle Alpujarras.
Malta diventa un importantissimo crocevia di schiavi e di merci, è un grande centro commerciale proprio per la sua posizione geografica importante. Oltre ai cavalieri e agli schiavi ci sono anche musulmani ed ebrei. Malta, proprio per la sua posizione strategica, diventa un nodo molto importante di riscatto di captivi. L'inquisitore che viene nominato per Malta ha poteri più ampi del vescovo, a differenza degli altri tribunali in cui avvengono molti conflitti di giurisdizione. Gli inquisitori che vengono mandati a Malta, data l'importanza della sede e, nonostante sia piccola territorialmente ma molto ambita, fanno carriera: due degli inquisitori diventano Papa. Questo non significa che non ci siano conflitti di giurisdizione, anzi c'è da un lato il vescovo che non accetta la maggiore giurisdizione del Sant'Uffizio e dall'altro i cavalieri di Malta che non accettano l'ingerenza del tribunale nei confronti dei membri dell'ordine. Malta resta in questa situazione fino al 1798, quando arriva Napoleone Bonaparte e la conquista, oltre che fare bruciare gli archivi dell'Inquisizione.
Le prigioni siciliane non erano disastrose, furono costruite nel 1600/1605 ed erano prigioni modello per l'epoca, razionali celle allineate su un unico corridoio, in modo che non ci fosse caos all'interno del carcere; c'era inoltre il gabinetto, chiamato "necessaria". Questo dà un senso molto moderno della concezione del carcere. In tutte le carceri ci sono suicidi e morti di nedia, non solo (forse) in Sicilia.
Non è vero che si ricorreva alla tortura con maggiore frequenza e con minore controllo della durata e della brutalità delle sessioni, perché la tortura si somministrava per 30 minuti, di regola. Non era una decisione arbitraria, anche perché ad esempio, la Suprema mandava nei distretti i visitatori, gli ispettori che interrogavano ciascun prigioniero.
Francesco Renda, uno storico siciliano che ha scritto un libro sull'Inquisizione spagnola, considerato che era un vecchio storico comunista, dice come la pensa dal punto di vista della sua concezione della giustizia. Black invece prende le distanze dalla tesi e distingue l'inquisizione spagnola dalla romana. Egli non è d'accordo con il fatto che un giudizio negativo quello di Renda sulla Sicilia, valga anche per l'inquisizione romana dove lui ha tutt'altra opinione.
Sulla Sardegna, Black dice che essa è un'isola povera, non ci voleva andare nessuno, l'unica cosa che gli inquisitori trovano è superstizione, stregoneria, pochi moriscos che vengono giudicato. In seguito, Black racconta di come finiscono le inquisizioni, con le date di chiusura: il tribunale della Sardegna è stato chiuso nel 1708, nel 1742 quelli siciliani, in generale un tribunale chiude con una "morte" lenta, perché prima di essere aboliti, i tribunali poi chiusi già non lavoravano; il modo per non farli lavorare era quello di non sostituire i giudici quando essi morivano, non venivano nominati i nuovi inquisitori. Come ultima data italiana di abolizione dei tribunali possiamo considerare il 1798, data in cui Napoleone chiude l'inquisizione di Malta, avendo conquistato l'avamposto.
Malta diventa un importantissimo crocevia di schiavi e di merci, è un grande centro commerciale proprio per la sua posizione geografica importante. Oltre ai cavalieri e agli schiavi ci sono anche musulmani ed ebrei. Malta, proprio per la sua posizione strategica, diventa un nodo molto importante di riscatto di captivi. L'inquisitore che viene nominato per Malta ha poteri più ampi del vescovo, a differenza degli altri tribunali in cui avvengono molti conflitti di giurisdizione. Gli inquisitori che vengono mandati a Malta, data l'importanza della sede e, nonostante sia piccola territorialmente ma molto ambita, fanno carriera: due degli inquisitori diventano Papa. Questo non significa che non ci siano conflitti di giurisdizione, anzi c'è da un lato il vescovo che non accetta la maggiore giurisdizione del Sant'Uffizio e dall'altro i cavalieri di Malta che non accettano l'ingerenza del tribunale nei confronti dei membri dell'ordine. Malta resta in questa situazione fino al 1798, quando arriva Napoleone Bonaparte e la conquista, oltre che fare bruciare gli archivi dell'Inquisizione.
Le prigioni siciliane non erano disastrose, furono costruite nel 1600/1605 ed erano prigioni modello per l'epoca, razionali celle allineate su un unico corridoio, in modo che non ci fosse caos all'interno del carcere; c'era inoltre il gabinetto, chiamato "necessaria". Questo dà un senso molto moderno della concezione del carcere. In tutte le carceri ci sono suicidi e morti di nedia, non solo (forse) in Sicilia.
Non è vero che si ricorreva alla tortura con maggiore frequenza e con minore controllo della durata e della brutalità delle sessioni, perché la tortura si somministrava per 30 minuti, di regola. Non era una decisione arbitraria, anche perché ad esempio, la Suprema mandava nei distretti i visitatori, gli ispettori che interrogavano ciascun prigioniero.
Francesco Renda, uno storico siciliano che ha scritto un libro sull'Inquisizione spagnola, considerato che era un vecchio storico comunista, dice come la pensa dal punto di vista della sua concezione della giustizia. Black invece prende le distanze dalla tesi e distingue l'inquisizione spagnola dalla romana. Egli non è d'accordo con il fatto che un giudizio negativo quello di Renda sulla Sicilia, valga anche per l'inquisizione romana dove lui ha tutt'altra opinione.
Sulla Sardegna, Black dice che essa è un'isola povera, non ci voleva andare nessuno, l'unica cosa che gli inquisitori trovano è superstizione, stregoneria, pochi moriscos che vengono giudicato. In seguito, Black racconta di come finiscono le inquisizioni, con le date di chiusura: il tribunale della Sardegna è stato chiuso nel 1708, nel 1742 quelli siciliani, in generale un tribunale chiude con una "morte" lenta, perché prima di essere aboliti, i tribunali poi chiusi già non lavoravano; il modo per non farli lavorare era quello di non sostituire i giudici quando essi morivano, non venivano nominati i nuovi inquisitori. Come ultima data italiana di abolizione dei tribunali possiamo considerare il 1798, data in cui Napoleone chiude l'inquisizione di Malta, avendo conquistato l'avamposto.
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Dettagli appunto:
- Autore: Federica Palmigiano
- Università: Università degli Studi di Palermo
- Facoltà: Scienze Politiche
- Corso: Mobilità e Diaspore del mondo moderno
- Docente: Giovanna Fiume
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