INTRODUZIONE ALLA SOCIOLOGIA
La sociologia è lo studio sistematico del rapporto fra individui e società. È la disciplina che studia con metodo scientifico come le diverse forme di vita umana influenzano il nostro comportamento con lo scopo di costruire un sapere teorico su come funziona il mondo degli uomini.
L’approccio sociologico può essere definito come un modo di osservare il mondo, una prospettiva sociologica, cioè la visione del mondo sociale dedicata a scoprire e comprendere i collegamenti tra gli individui e il più vasto contesto sociale nel quale vivono. Il sociologo americano Mills chiamava la prospettiva sociologica immaginazione sociologica e la definiva come la capacità di capire il rapporto tra biografia personale e storia, tra individui e società. In un determinato contesto sociale permette di capire perché, nel caos dell’esperienza quotidiana, gli individui si formino un’idea falsa della loro posizione sociale perché non hanno mai una visione d’insieme.
Esiste una differenza tra sociologia e buon senso, infatti la sociologia deve adottare un metodo scientifico con una prospettiva scientifica e per questo fa parte delle scienze sociali, mentre il buon senso corrisponde al senso comune, ovvero la conoscenza che ognuno ha della realtà perché ne siamo immersi, deriva dall’esperienza personale quotidiana, è la comprensione del mondo per come appare. La sociologia nasce a seguito di tre rivoluzioni: la rivoluzione scientifica, la rivoluzione francese e la rivoluzione industriale.
Comte e Spencer hanno contribuito a diffondere l’idea della sociologia:
• Comte all’inizio del Diciannovesimo secolo coniò il termine sociologia. I suo studi avevano come fulcro due domande fondamentali:
1-come e perché le società cambiano? (dinamica sociale) e
2-su cosa si fonda la stabilità sociale in un determinato momento storico? (statica sociale).
Secondo la sua teoria le società nel corso della storia hanno attraversato tre stadi: teologico (retto dalla religione), metafisico (retto dalla filosofia) e positivista (retto dalla scienza, dove con positivismo si intende l’orientamento filosofico proprio del Diciannovesimo secolo secondo il quale una conoscenza accurata può basarsi solo sul metodo scientifico)
• Spencer affermò che la società è un organismo sociale poiché la società è costituita da parti separate, ognuna ha una sua funzione specifica e insieme operano per mantenere in vita l’organismo nel suo complesso. Con l’evolversi della società si evolvono anche le singole parti (continuo processo di evoluzione e di adattamento) e Spencer credeva nella sopravvivenza del più forte (stessa credenza di Charles Darwin)
I padri fondatori della sociologia sono: Karl Marx, Emile Durkheim, Max Weber
• Karl Marx era un attivista politico tedesco e visse gran parte della sua vita in esilio e in povertà. La sua principale opera è “Il capitale” dove descrive le dinamiche principali del capitalismo, un nuovo sistema di produzione che veniva utilizzato per ammassare la ricchezza nelle mani di pochi lasciando gli operai a lavorare in condizioni pericolose e di povertà. La società era divisa quindi tra capitalisti, ovvero i proprietari dei mezzi di comunicazione e coloro che detenevano la ricchezza, e i proletari, cioè gli operai che lavorano per i capitalisti dove la loro unica ricchezza è la prole (=i figli). Il conflitto tra queste due parti era una caratteristica principale del capitalismo con una forte disuguaglianza, ma secondo Marx la soluzione è il socialismo, cioè un sistema economico in cui la proprietà dei più importanti mezzi di produzione è pubblica e il governo dirige le forze produttive industriali per il bene comune. Marx sostenne dei movimenti rivoluzionari ma la rivoluzione non c’è mai stata effettivamente come diceva Marx ma ci sono state diverse riforme che hanno trasformato il capitalismo salvaguardando i lavoratori. Marx sottolineò l’importanza del potere che influenza molti aspetti della vita sociale.
• Emile Durkheim era un intellettuale e borghese francese, la sua opera più importante è “Le regole del metodo sociologico” che analizza la realtà sociale. Durkheim si occupò della solidarietà sociale definita come l’insieme dei legami che uniscono le persone divisa in:
- Solidarietà meccanica tipica delle società tradizionali unite in cui si condividono tradizioni. Questa solidarietà è una coesione sciale basata sull’esperienza condivisa e sull’identità comune, è una solidarietà per somiglianza
- Solidarietà organica tipica delle società moderne urbanizzate e industrializzate che si caratterizzano per la divisione del lavoro, con la differenziazione sociale e l’individualismo. Questa solidarietà è caratterizzata dall’interdipendenza dove la coesione sociale è possibile perché tutti dipendono dagli altri
Un altro studio che seguì Durkheim fu quello sul suicidio che poteva essere di tre tipologie: egoistico (che riguarda gli individui poco integrati con pochi legami sociali con il resto del gruppo), altruistico (suicidio eroico o religioso), anomico (dovuto
all’anomia cioè l’assenza di norme sociali che può essere un risultato di un brusco cambiamento chiamata acuta o determinata da uno stato di continui cambiamenti detta cronica).
• Max Weber scrisse “L’etica protestante e lo spirito del capitalismo” dove affermava che il calvinismo aveva aiutato a promuovere il capitalismo poiché con la riforma protestante si introdusse il concetto di predestinazione secondo il quale il destino delle persone era già predestinato ancor prima della nascita e pertanto non si poteva modificare con le azioni terrene ma anzi le ricchezze accumulate erano segno del favore divino.
Con questa opera Weber mostrò come anche le tendenze culturali possono influenzare lo sviluppo economico. Weber inoltre affermò che la razionalizzazione della società, cioè il processo storico a lungo termine grazie al quale la razionalità ha sostituito la tradizione come base dell’organizzazione della vita economica e sociale, era il motore del cambiamento sociale della sua epoca. La razionalizzazione è utile per la stabilizzazione delle procedure e sull’efficienza ma se diventa dominante ci imprigiona in una gabbia d’acciaio fatta di regole e procedure.
Cultura, strutture e potere non sono caratteristiche immutabili della vita sociale, ma fanno parte di un processo dinamico: la cultura viene riprodotta e cambiata attraverso la socializzazione, le strutture vengono cambiate e alterate mediante l’azione, il potere può essere usato per creare o ridurre le disuguaglianze, che a loro volta, possono alterare la distribuzione del potere. Queste dinamiche sono al centro di un’analisi sociologica che riconosce la natura in continuo mutamento della vita sociale.
Continua a leggere:
- Successivo: LA CULTURA
Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.