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CGIL fra PSI e PCI


Nel biennio 1983-85, il sindacato tornò ad essere terreno di scontro tra le forze politiche. Il primo passaggio critico si ebbe con il congresso (Milano, marzo '83) di un PCI in crisi di identità a seguito del progressivo allontanamento dall'URSS e del fallimento della solidarietà nazionale. Il congresso si chiuse con la rielezione di Berlinguer alla segreteria e c on un documento che confermava lo strappo con l'URSS. Questo non impedì a Berlinguer di criticare un sindacato che stava perdendo il contatto con la classe operaia e che pretendeva di entrare in questioni che spettavano al partito e questo alimentò le polemiche contro Lama che cercava di tirare fuori la CGIL dalle posizioni sterili su cui si era arenata.

Il secondo passaggio politico fondamentale furono le elezioni del 26 giugno 1983 che fecero registrare una perdita di consensi sia per la DC sia per il PCI ed una ripresa del PSI che spianò la strada della presidenza del Consiglio a Craxi.
Le questioni della politica dei redditi e della scala mobile tornarono al centro del dibattito politico ed economico ma le premesse per arrivare ad un possibile accordo erano peggiorate in quanto si erano deteriorate politicamente perché i risultati elettorali avevano accentuato le posizioni oltranziste nel PCI e la determinazione ad impedire che Craxi raggiungesse successi sul terreno della politica economica.

Intanto sul fronte dell'industria privata, nel luglio 1983 la FIAT bocciò la mediazione di Scotti fra FLM e FEDERMECCANICA. Quest'ultima era ormai orientata verso l'abbandono della contrattazione collettiva a favore della sua completa decentralizzazione. Il rifiuto della contrattazione nazionale, tuttavia, non fu accettato anche se via via che le Confederazioni perdevano peso politico la contrattazione nazionale vide ridotta la sua importanza a favore della contrattazione decentrata e aziendale.

Per quanto riguarda la CONFINDUSTRIA, ricordiamo che l'assemblea del dicembre 1983 varò la riforma Giustino che stabiliva il doppio inquadramento obbligatorio prevedendo che le aziende iscritte dovessero partecipare contemporaneamente alla vita delle organizzazioni verticali e di quelle territoriali. Inoltre i poteri centrali vennero rafforzati in materia di azione sindacale. Nel maggio 1984 Luigi Lucchini che subentrò a Merloni alla presidenza, trovò una CGII determinata a far valere la propria forza opponendosi a formule tripolari di gestione delle relazioni industriali.




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