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1977: il congresso della UIL


La svolta del Midas, che nel luglio 1976 portò alla segreteria Craxi, ebbe conseguenze di rilievo anche nella UIL. Il riavvicinamento tra socialdemocratici e socialisti segnato dalla fine della segreteria De Martino favorì un ricompattamento anche all'interno del sindacato che gettò le premesse alla fine della segreteria del repubblicano Vanni.
In virtù della nuova maggioranza creatasi all'interno della UIL, il 30 settembre 1976 Giorgio Benvenuto divenne il nuovo segretario generale e poté preparare il VII congresso della Confederazione (Bologna, luglio '77).
Benvenuto pilotò una radicalizzazione a sinistra del sindacato recuperando lo spirito di classe e rivendicativo di un filone della tradizione socialista. Questa linea rifletteva il disagio delle forze politiche e sociali d'ispirazione socialista per un decorso politico che ne minacciava la stessa sopravvivenza.
La prima vittima della svolta fu il disegno di relazioni industriali triangolari avanzato dalla minoranza repubblicana. L'idea di patto sociale, cara ad Agnelli e ripresa da Carli e alla quale la CGIL sembrava disposta ad accedere in quel clima politico, era ora rigettata da quelle Confederazioni (CISL e UIL) che ne erano state fautrici negli anni '60. Al di là delle intenzioni, le prospettive unitarie si stavano allontanando.


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