DETERMINANTI SPAZIALI DEI CONTESTI INTERNAZIONALI
DETERMINANTI SPAZIALI DEI CONTESTI INTERNAZIONALI
Per quale ragione lo spazio va tenuto presente per comprendere la diversità tra un contesto internazionale?
Ci sono almeno 2 grandi determinanti spaziali del contesto internazionale;
1) estensione della scena diplomatica e strategica: fino a dove dobbiamo guardare per comprendere la politica internazionale e i contorni della scacchiera perché solo quando conosciamo i contorni sappiamo quali sono gli attori da considerare, ed ha senso porsi il problema del potere; quando parliamo di distribuzione del potere dobbiamo sapere qual è il confine geografico all’interno del quale bisogna misurare il potere; la storia delle relazioni internazionali è una storia di continui mutamenti spaziali.
Fine ‘400 e inizio ‘500 -> scoperta della globalità in senso moderno (spedizione conquiste e scoperte) -> da lì in poi la scena diplomatica subisce un grande e progressivo allargamento. Sappiamo che il sistema internazionale è attualmente globale, la parola globalizzazione coglie l’intera vicenda storica delle relazioni internazionali moderne. Ci sono due grandi movimenti che spingono alla globalizzazione, all’espansione; ► l’inserimento progressivo di nuovi attori nell’equilibrio europeo: l’allargamento del sistema europeo all’interno della stessa Europa avviene con l’attrazione di nuove potenze laterali che intervengono nell’equilibrio quando esso non riesce più a reggersi da sé. ► l’inseirmento progressivo di nuovi spazi utili all’equilibrio: (non nuovi attori ma nuovi spazi) -> le potenze europee si espandono in uno spazio extraeuropeo considerato uno spazio vuoto (giuridicamente aperto alla conquista) -> rafforzare certi attori contro altri; fino al ‘900 questi due elementi si interrompono perché non ce più spazio fuori né nuovi attori da urtare nel gioco dell’equilibrio; è il momento nel quale si sperimenta una saturazione assoluta dello spazio; si parla del sistema de ‘900 come di un sistema internazionale chiuso -> non ce più uno spazio oltre, uno spazio fuori; tutto ciò che poteva essere incluso è stato incluso. Ciò ha molte conseguenze, significa ad esempio che non c’è più spazio per meccanismi di compensazione, significa che il sistema internazionale non è più minacciato dall’esterno; questo carattere di globalità oggi sta diventando un fatto critico.
2) Articolazione interna dello spazio della politica internazionale: non è omogenea: ha articolazioni più piccole interne di tipo regionale. Anche nel linguaggio comune siamo soliti parlare di insiemi ad esempio Europa Occidentale, Sudest Asiatico… tutti i sistemi regionali hanno zone di penombra, i confini sono confusi, alcune zone fanno parte di più sistemi regionali (esempio la turchia che è metà europea metà mediorientale, caucasica) ; ♠ tra le varie regioni vi è spesso interdipendenza (pensiamo a nascita di organizzazioni o tipo di istituzioni globali come Wto, banca mondiale..ecc) politica/economica/diplomatica; una regione ha anche interdipendenze culturali e simboliche tra appartenenti. ♠ Esser consapevoli (consapevolezza dell’interdipendenza) di far parte di una rete di rapporti che non ci esclude dal mondo ma ci separa da esso, chi abita in una regione sa di abitarci; in Europa ci sono una serie di meccanismi che aiutano gli attori a sentirsi europei, sensazione di appartenenza. La libera circolazione all’interno è diversa dalla libera circolazione all’esterno. ♠ le regioni sono anche cementate dalla suscettibilità di essere coinvolti in una pace-una guerra comune, sapere che ci sono delle dinamiche conflittuali che possono portare alla guerra o risolte con una pace comune.
-> I diversi complessi regionali da un contesto storico ad un altro hanno relazioni molto diverse, cambiano continuamente nel tempo. Criteri per distinguerli:
criterio della continuità/discontinuità -> i sistemi regionali da un contesto storico ad un altro possono essere più o meno simili tra di loro, contesti regionali in cui i protagonisti sono sempre gli stessi, contesti storici in cui le differenze tra un contesto regionale e un altro pesano meno.
Ci sono invece contesti storici in cui le differenze sono enormi perché gli attori sono diversi e le poste in gioco diverse, i linguaggi dei conflitti cambiano.
Gerarchia: in certi contesti internazionali una regione è dominante -> essa agisce come centro di irradiazione di conflitti e regole, è la regione nella quale in conflitto si decide; ci possono essere contesti internazionali (teoricamente) nei quali le diverse regioni coesistono in parità, non c’è più un centro perché ci sono contesti regionali con peso uguale. -> vi sono diversi modelli/possibili scenari di connessione tra contesti regionali -> Incorporazione: alto grado di continuità gerarchia. Connessione tra aree regionali che ruotano intorno ad una regione specifica che le ingloba: centro-periferia. Un caso di connessione per incorporazione è quella del colonialismo europeo, sistema fondato sulla centralità di una regione (Europa) che incorpora anche in senso formale tutte le altre aree regionali -> per gli attori locali non c è più spazio per dinamiche autonome, hanno più relazioni con la madrepatria che tra di loro. Subordinazione: vi è meno continuità e alta gerarchia; c’è sempre un luogo dominante ma non è più tale da incorporare tutto ->la maggior parte delle relazioni avviene tra attori delle rispettive regioni, preoccupazioni locali. C’è quindi un processo di scomposizione che si arresta ad un certo punto, i sistemi regionali sono comunque fortemente interessati dalla vicenda globale; è vero che in ciascuna regione ci sono attori diversi ma comunque Usa e Urss ci sono e valgono, sebbene il sistema dominante non sia più in grado di incorporare gi altri sistemi regionali resta in grado di esportare le relazioni di amicizia o inimicizia, la guerra fredda è ovunque ma con forma di versa in ogni regione.
Connessione: esiste ancora un modello regionale dominante ma viene progressivamente meno la continuità. A fronte del fatto che c’è una gerarchia, i diversi contesti regionali si diversificano sempre di più. Modello di diffusione dei conflitti invece che di subordinazione. Anche in questo caso ci sono attori dominanti riconoscibili in una area dominante, ma c’è una profonda differenza rispetto al modello precedente -> questi attori non riescono più ad esportare la dinamica di amicizia /inimicizia in tutte le regioni -> il grado di continuità tra gli attori regionali decresce continuamente.
Contaminazione: il modello storico di oggi culmina con il massimo della gerarchia ed il minimo della continuità; esiste la potenza dominante Usa, una sola potenza, una sola gerarchia fondamentale, un solo attore rilevante per tutte le questioni in atto. Il grado di interagibilità si è abbassato ovunque. Gli Usa devono smettere di fare lo stesso gioco ovunque perché ciò che è efficace in un luogo non lo è in un altro, le chiavi di accesso universali non esistono più. Gli Usa devono inoltre affrontare altre due questioni: - la sostenibilità economica dell’egemonia -> il contesto sta diventando sempre più costoso, bisogna far promesse a tutti - la legittimità. Cosa potrebbe succedere dopo il declino Usa?
1°scenario -> scenario ordinato, globalizzazione senza gerarchia; competizione tra i grandi sistemi regionali organizzati, nessuna nuova potenza globale.
2°scenario -> contaminazione reciproca tra sistemi non organizzati al loro interno. Caos regionali, non riescono a darsi un ordine autonomo o gerarchico. Condizione simile all’anarchia di Hobbes.
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Dettagli appunto:
- Autore: Alice Lavinia Oppizzi
- Università: Università degli Studi di Milano
- Facoltà: Scienze Politiche
- Corso: Scienze Internazionali e Diplomatiche
- Esame: Relazioni Internazionali
- Docente: Prof. Colombo
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