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L'origine dell'aspirazione all'unità europea e la nascita del federalismo europeo

Già nel risorgimento italiano cresce una prospettiva di un'Europa in grado di trascendere lo stato nazionale (Mazzini - Giovane Europa - e Cattaneo). La prima guerra mondiale segnò un cambiamento con l'emergere degli USA, il declino dell'area mitteleuropea, l'accrescimento del potere di Francia, Italia e Inghilterra, l'introduzione di una politica basata sul principio di autodeterminazione dei popoli. In questa realtà l'aspirazione all'unità europea trovò una nuova eco. In Italia Einaudi Agnelli, Rosselli e Turati si richiamavano ad un modello federalista. Tra i governanti gli europeisti vi erano Lloyd George, Stresemann e Briand. Quest'ultimo concepì un disegno unitario europeo federale basato sulla riconciliazione franco-tedesca. Il suo piano fu distrutto dall'avvento al potere di Hitler in Germania e dalla crisi del 1929. Nel 1939 in Gran Bretagna, Beveridge costituì un comitato promotore di un'unione federale europea (Federal Union), mentre dalla Francia, Monnet promuoveva un progetto di unione franco-britannica apprezzato, ma mai realizzato.
Spinelli, Rossi e Colorni rilanciarono il progetto federale dando vita nel 1941 ad un manifesto - programma d'azione, "Per un'Europa Libera ed Unita" redatto a Ventotene, sulle cui basi venne costituito il Movimento Federalista Europeo nel 1943. Molto spesso federalismo e resistenza si incontrarono. Il Movimento iniziò la propria attività dopo la seconda guerra mondiale e, insieme ad altre iniziative sorte in diversi Paesi europei, diede vita all'Unione Europea dei Federalisti. L'idea di un Europa federale era vista come una risposta alla minaccia sovietica.


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