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Termidoro 1794-95


Nel mese di Termidoro dell’anno II della repubblica aveva termine il periodo più intenso della rivoluzione. Era crollato l’antico regime e si erano affacciati sulla scena i problemi dei regimi liberaldemocratici moderni: l’equilibrio difficile tra uguaglianza e libertà, il rapporto tra rappresentanti e rappresentati, il rapporto tra poteri dello stato.
La reazione in Francia dopo Termidoro e la caduta di Robespierre battè strade diverse: furono aboliti tribunali speciali, eliminati gli strumenti della dittatura, evacuate le carceri. La caccia al giacobino alimentò altre violenze e forme di terrore. L’11 novembre la convenzione decideva la chiusura del club dei giacobini e cercava di limitare i mutamenti politico istituzionali: le novità furono la riduzione dei poteri del comitato di salute pubblica e la riammissione dei girondini alla convenzione. La nuova politica economica tra il 94 e il 95 portò alla fine dell’economia regolata e alla liberalizzazione del commercio. Questi provvedimenti in coincidenza con la crisi agraria provocò la rivolta dei sanculotti a Parigi nelle giornate di Germinale e Pratile.
Il 12 Germinale la seduta la seduta della convenzione fu interrotta dai rivoltosi che però non fecero pressione per nominare un governo insurrezionale ma sfilarono esprimendo parole d’ordine contraddittorie.
La costituzione dell’anno III approvata dalla convenzione il 22 agosto 1795 soppresse come pericoloso l’articolo essenziale della dichiarazione del 1789 “gli uomini nascono e rimangono liberi ed uguali per diritti” sostituendolo con il principio che l’uguaglianza consiste in ciò che la legge è uguale per tutti.  Il suffragio universale sancito dalla costituzione del 1793 veniva ora abolito e il suffragio ritornava come nella prima costituzione a doppio grado: gli elettori designati da cittadini attivi dovevano essere proprietari di un patrimonio di reddito non inferiore a 200 giornate lavorative. Quimdi 30.000 elettori eleggevano un corpo di 750 membri divisi in 2 consigli: il consiglio dei 500 proponeva leggi e votava risoluzioni che il consiglio degli anziani doveva approvare e trasformare in leggi. Il governo fu affidato a un direttorio di 5 membri scelti dagli anziani in un elenco fornito dai 500: esso durava in carica 5 anni e nominava i ministri. Fu ripristinato il controllo giuridico-amministrativo nelle municipalità e furono abolite le comuni rivoluzionarie che tra il 92 e 93 avevano condizionato la dinamica del processo rivoluzionario. I principi della proprietà privata e del liberismo economico furono sanciti dalla nuova carta costituzionale.
Fu votato un decreto sulla composizione dei nuovi consigli, il Decreto dei due terzi: due terzi dei consigli dovevano essere eletti tra i membri della convenzione. Il decreto era redatto dalla paura della vittoria elettorale dei monarchici sostenuti dall’erede legittimo di Luigi XVI.
Con la costituzione dell’anno III i termidoristi fecero valere il principio della separazione dei poteri, del ritorno a una democrazia rappresentativa, del primato della legge.

Tratto da LE VIE DELLA MODERNITÀ di Filippo Amelotti
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