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Rivoluzione francese: l’assemblea legislativa


Il 1 ottobre 1791 si riunisce l’assemblea legislativa composta da deputati foglianti, giacobini e cordiglieri. Una nuova sinistra si formava nell’assemblea legislativa: il gruppo chiamato dei Girondini che reclutava la piccola borghesia delle professioni ed era favorevole al consolidamento della democrazia politica e alla guerra sorpresa contro l’Austria per sconfiggere i nemici interni ed esterni alla rivoluzione.
A volere la guerra erano in molti oltre ai girondini: la Fayette che contava di assumere il comando dell’esercito, la corte e il suo partito dalla guerra si ripromettevano un rafforzamento della monarchia.
Luigi XVI nel 1792 sotto la pressione dei girondini dichiarò guerra all’Austria, a fianco della quale scese la Prussia.
Gli inizi della campagna militare furono disastrosi per la Francia e l’assemblea legislativa proclamò che la patria era in pericolo. Il popolo parigino (i sanculotti) assalì il palazzo delle Tuileries, uccise le guardie e costrinse Luigi a mettersi sotto la protezione dell’assemblea legislativa. Questa votò la deposizione del sovrano, il riconoscimento di una nuova municipalità parigina (il comune insurrezionale), la creazione di un consiglio esecutivo provvisorio in attesa di elezioni a suffragio universale maschile. La caduta della monarchia rappresentò la vittoria del movimento democratico.
La legalità dello stato era crollata. Diversi poteri disputavano il controllo di Parigi: l’assemblea legislativa, il consiglio esecutivo, la comune insurrezionale.
L’esercito prussiano avanzava a Parigi.
Settembre 1792: i sanculotti invadono le carceri e fanno strage dei prigionieri comuni scambiati per nemici della rivoluzione.
A risollevare le sorti della rivoluzione fu la vittoria francese sull’esercito austro-prussiano a Valmy a cui seguì l’occupazione del Belgio, Nizza e Savoia.

Tratto da LE VIE DELLA MODERNITÀ di Filippo Amelotti
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