Regno di Napoli nel 1500
Entrato a far parte dei domini spagnoli di Ferdinando dopo la battaglia del Garigliano nel 1503. Ereditato da Carlo V e poi da Filippo II visse fasi diverse nel suo rapporto con la Spagna. La prima fase va dalla conquista di Ferdinando il Cattolico fino al 1528. In essa vi è l’esigenza spagnola di neutralizzare nella società il trauma della successione. Di ricucire la spaccatura tra i ceti filofrancesi e quelli filospagnoli attraverso l’elaborazione di un progetto di governo e il riconoscimento dell’autonomia costituzionale.
La Spagna solo nel 1528 riuscì ad affermare la sua egemonia sul regno di Napoli. Nella fase successiva il regno gode di una collocazione di primo piano nella strategia mediterranea di Carlo V.
Nella lotta contro i turchi il mezzogiorno era importante per il controllo del Mediterraneo. Napoli fu importante nella presa di Tunisi da parte di Carlo V nel 1535, nella ripresa di Tripoli nel 1560, nella difesa di Malta. Inoltre fu la base operativa della flotta cristiana che vinse i turchi a Lepanto nel 1571.
La terza fase del rapporto tra Spagna e Regno di Napoli inizia con la crissi dell’egemonia spagnola derivante dall’impossibilità di mantenere sotto controllo sia il Mediterraneo che l’Atlantico. Napoli, dopo la crisi della Castiglia deve costituire soprattutto un serbatoio di risorse finanziarie da cui attingere per far fronte alle esigenze dei diversi teatri di guerra in continuo spostamento. Gli elementi che conferivano una particolare fisionomia al regno di Napoli erano 3:
I. La sua appartenenza alla comunità degli stati cristiani d’Europa
II. La natura dei rapporti tra spagnoli e regnicoli regolati non dalla disparità coloniale fra oriundi della madre patria e indigeni ma dalla legislazione del regno
III. Il titolo per il quale gli spagnoli dominavano Napoli non era quello della scoperta e della successiva conquista ma era un titolo di legittimità dinastica. Ferdinando aveva giustificato la sua conquista come erede di Alfonso d’Aragona.
Tuttavia il regno di Napoli era anche Viceregno, sia dal punto di vista istituzionale, in quanto governato da un vicere spagnolo ma perché viveva un rapporto con la Spagna di dipendenza politica ed economica.
LA SICILIA
La collocazione geografica a sud del Mediterraneo affidava all’isola il ruolo di prima difesa dell’impero. La sua grande riserva cerealicola faceva assegnare alla Sicilia il compito di sfamare e approvvigionare gran parte dei domini della corona.
SARDEGNA
Ci fu continuità tra età dragonesse e prima età spagnola e rimase inalterato il sistema istituzionale. Solo con Filippo II si ebbe un’inversione di tendenza limitando il potere dei parlamenti, principali istituzioni rappresentative dell’isola. Comunque la Sardegna contava assai poco nella politica e nelle finanze della monarchia spagnola.
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Autore:
Filippo Amelotti
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- Università: Università degli studi di Genova
- Facoltà: Scienze Politiche
- Esame: Storia moderna
- Docente: M. Bottaro Palumpo e R. Repetti
- Titolo del libro: Le vie della modernità
- Autore del libro: A. Musi
- Editore: Sansoni
- Anno pubblicazione: 2004
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