La demografia nel '600
Nel corso del XVI secolo la popolazione europea aumentò. Nel 600 aumentò ma poco. La crescita demografica non è di per sé indice di benessere, un paese che non è in grado di garantire occupazione, produzione e redditi, è schiacciato dalla sovrappopolazione. Ciò che conta è il rapporto tra popolazione e risorse, è la capacità di domanda effettiva della popolazione. Così nell’Europa del nord l’incremento demografico fu il rapporto equilibrato con la distribuzione del reddito e l’andamento dei prezzi: l’aumento della popolazione fu in grado di alimentare una crescente domanda in ragione del livello di reddito raggiunto dagli abitanti dell’Europa del nord. Della sua distribuzione in modo più equilibrato tra le diverse fasce della popolazione, di un andamento più lineare dei livelli dei prezzi. Il 1600 fu per l’Europa cmq un secolo debole di crescita demografica (concentrato per lo più in Inghilterra paesi bassi e paesi scandinavi) e le cause furono la guerra dei 30 anni e le epidemie: nella prima metà del 600 furono colpite la Spagna, l’Italia settentrionale e la Germania; nella seconda metà la Francia, l’Italia meridionale, l’Inghilterra e l’Olanda ma in questi ultimi due stati gli effetti delle crisi epidemiche furono più contenuti che altrove perché non furono investiti dalla carestia.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Filippo Amelotti
[Visita la sua tesi: "Il Canada e la politica internazionale di peacekeeping"]
[Visita la sua tesi: "I cartoni animati satirici: il caso South Park"]
- Università: Università degli studi di Genova
- Facoltà: Scienze Politiche
- Esame: Storia moderna
- Docente: M. Bottaro Palumpo e R. Repetti
- Titolo del libro: Le vie della modernità
- Autore del libro: A. Musi
- Editore: Sansoni
- Anno pubblicazione: 2004
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