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La società da Aristotele a Dilthey


*  Aristotele: sociabilitas: innato impulso alla socializzazione. metodo deduttivo o aristotelico: è il procedimento razionale che fa derivare una certa conclusione da premesse più generiche, dentro cui quella conclusione è implicita. Il termine significa letteralmente condurre da, perché proviene dal latino de (traducibile con da, preposizione indicante provenienza, o moto di discesa dall'alto verso il basso), e ducere (condurre). Dall’universale al particolare.

*  400-500 Machiavelli, riforma protestante e Ugo Grozio: giusnaturalismo: dottrina giuridico- politica che sostiene l’esistenza di norme giuridico- naturali precedenti alla nascita del contratto sociale da cui si è originato lo Stato.

*  600 Locke: importante filosofo britannico della seconda metà del ‘600, padre dell' empirismo (empirismo dal greco: esperienza) è la corrente filosofica nata in Inghilterra secondo cui la conoscenza umana deriva esclusivamente dai sensi o dall' esperienza. I maggiori esponenti dell'empirismo anglo-sassone tra cui J. Locke, negavano che gli esseri umani avessero idee innate o che qualcosa fosse conoscibile a prescindere dall'esperienza. L'empirismo si sviluppò in contrapposizione al razionalismo cartesiano. Secondo i razionalisti, la filosofia dovrebbe essere condotta tramite l'introspezione e il ragionamento deduttivo a priori. Secondo gli empiristi, invece, si considera alla base del metodo scientifico l'idea che le teorie dovrebbero essere fondate sull'osservazione del mondo piuttosto che sull'intuito. 

*  600 Hobbes : origini della realtà sociale  nel pactum  associationis contrattualismo. Tutta la filosofia di Hobbes si basa sul voler spiegare in termini squisitamente meccanici tutti gli aspetti della realtà. il meccanicismo di Hobbes si caratterizza come una forma di monismo. 

*  Monismo -> Galilei: metodo sperimentale o scientifico: contrario del deduttivo, esso è invece caratterizzato dall’insieme di teoria e prassi cioè di teoria ed esperimento; fasi: osservazione e ipotesi, riproduzione sperimentale dei fenomeni, deduzione, induzione dal particolare all’universale non può essere applicato alle scienze sociali perché le rappresentazioni sociali devono riferirsi ad un determinato contesto e perché c’è una parte psicologica o comunque di coscienza. La prima critica che Popper, contemporaneo, rivolge al monismo è il rifiuto dell'induzione e la proposta della FALSICABILITA’ come criterio di demarcazione tra scienza e non scienza; nello specifico Popper critica il processo INDUTTIVO: infatti secondo l’autore perché una teoria sia veramente scientifica, occorre che possa essere falsificata. Ogni teoria che si fonda sulla certezza dei casi osservati non può esimersi dalla possibilità di un solo caso contrario, quindi una volta verificata l'eccezione, la teoria, se non confutata, andrà, come mimino, migliorata. In base al principio di falsificazione  per verificare l'universalità di una legge non basta far riferimento alla frequenza degli eventi che costituisce il fondamento di questa legge, dall'altro lato basta solo un evento contrario che interrompa tale frequenza a falsificare la legge universale. il monismo si contrappone al pluralismo metodologico finalismo aristotelico: ogni cosa ha un fine, un efficiente (cosa lo ha prodotto) materiale, formale (forma) può essere riferito alle cose non alle azioni sociali.

*  600-700 Montesquieu: considerato il fondatore della teoria politica della separazione dei poteri. Montesquieu pubblica la sua opera più importante e monumentale, Lo spirito delle leggi.
 
*  metà 700 Rosseau: contratto sociale: distinzione tra ciò che appartiene alla natura e ciò che appartiene al prodotto delle condizioni storico- sociali dove il sociale gioca un ruolo fondamentale per l’uomo perché lo rende sempre più autonomo dalle sue origini naturali. 

*  700- 800 Comte  positivismo:  movimento filosofico e culturale ispirato ad alcune idee guida fondamentali riferite all'esaltazione del  progresso e del metodo scientifico che nasce in Francia nella prima metà dell’ 800 e che si diffonde nella seconda metà del secolo a livello europeo e mondiale. Si tratta di un un movimento per certi aspetti simile all' Illuminismo e per altri invece affine alla concezione romantica della storia. Per Comte la sociologia è una scienza suprema in grado di abbracciare nel suo insieme la complessità dei fenomeni storico-sociali alla conoscenza dei quali le altre scienze analitiche apportano contributi parziali. COMTE: la sociologia è una conoscenza completa della società nella sua dimensione statica ( istantanea di un momento della società) relativa all’ordine e alle leggi di coesistenza (valori elementari che compongono l’unità sociale: istituzioni, potere politico, lavoro) e la sua dimensione dinamica intesa sia come storia (dallo stadio teologico sacerdoti passando per quello filosofico giungendo infine a quello positivo scienza) che come rapporto tra l’insieme delle nostre esigenze materiali e le azioni volte a soddisfarle. Per Comte la natura dell’uomo si manifesta nel sentimento, attività e intelligenza e si esprime nelle forme fondamentali di associazione quali la famiglia (amore)  la città o stato (politica, ragione)  la società religiosa o morale schema che corrisponde al potere materiale fondato sulla forza, potere intellettuale fondato sulla ragione e morale fondato sull’affetto. Nella morale domina l’istinto sociale che è civico, collettivo e universale. 

*  Hegel  idealismo romantico: la ragione umana non si esprime solo attraverso l’esercizio deduttivo e logico-matematico ma anche tramite un principio vitale e una forza infinita che unita a istinto e sentimento appare operante dialetticamente nella storia dell’uomo. Per HEGEL: la storia evolve per contraddizioni e conflitti il superamento delle contraddizioni sociali presenti nei conflitti crea a sua volta altre contraddizioni (dialettica hegeliana) il superamento definitivo di tutte le contraddizioni può avvenire solo tramite una sintesi finale. 

*  Lamarck teorie evoluzioniste gli organismi, così come si presentavano, fossero il risultato di un processo graduale di modificazione che avveniva sotto la pressione delle condizioni ambientali. Il lamarckismo è una teoria biologica elaborata dal naturalista francese Lamarck nella seconda metà del secolo XVIII e che costituì la prima formulazione articolata e basata su numerose osservazioni naturaliste di una teoria sull'evoluzione delle forme viventi. In precedenza la gran parte gli studiosi riteneva che le specie esistessero così come erano state create, (creazionismo) e quindi rimaste immutate durante il passato geologico della terra (fissismo). La storia quindi sarebbe un processo vitale che va dal semplice al complesso secondo un progressivo adattamento all’ambiente e un perfezionamento evolutivo. Derivato dall’evoluzionismo o Darwinismo sociale di fine 800, il più importante esponente dell’evoluzionismo fu Spencer il quale considerava la società come un organismo umano così come le istituzioni che agivano nel rispetto di una scala gerarchica evolutiva in cui si trovavano all’apice le società complesse e alla base le società primitive.

*  800-900 Dilthey (tedesco) rappresentante principale di un indirizzo filosofico post- hegheliano della seconda metà del XIX e inizio del XX secolo, che cerca di adoperare le categorie trascendentali di Kant nei campi delle scienze dello spirito, ossia delle scienze umane. Dilthey distingue tra scienze della natura studiano una realtà esteriore all’uomo che viene indagata conoscitivamente; tale realtà esteriore è data dai fatti che si presentano alla conoscenza dall’esterno, cioè fenomeni singolarmente dati.  Le scienze dello spirito invece si occupano dei fatti intesi come espressione interna della realtà, dimensione originaria della vita psichica. L’autore voleva legare l’ideale metodologico ed epistemologico delle scienze della natura, ovvero il metodo sperimentale ipotetico- deduttivo che trova il suo fondamento nella teoria della falsicabilità, alle scienze dello spirito in particolare alla storia. Dilthey viene anche ricordato come il fondatore dello storicismo tedesco: insieme di concezioni filosofiche e sociologiche che a partire dallo svanimento dell’illusione illuminista e romantica di un necessario e costante progresso dell’umanità  crisi del positivismo. Per Dilthey lo storicismo è il senso della verità che si manifesta nella storia: l’ideale è la ricostruzione universale della storia da parte di un interprete che è soggetto neutro.

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