Caratteristiche della politica energetica europea
PROVENIENZA del petrolio importato dai Paesi UE (dato 2007):
- 34% dalla Russia
- 15% dalla Norvegia
- 10,1% dalla Libia
- 7,2% dall’Arabia Saudita
- altri Paesi: Iran, Kazhakistan, Nigeria, ecc.
➔ si compra nei Paesi più turbolenti, sono “acquisti a rischio” perché i fornitori potrebbero aumentare i prezzi o addirittura interrompere le forniture → necessità: CAMBIARE IL PORTAFOGLIO ACQUISTI, per evitare blocchi, ricatti, ecc. da parte di Paesi instabili (mentre l’UE non ha alternative valide di fornitori).
CONSUMATORI:
- 37,1% abitazioni, uffici, negozi
- 32,6% trasporti
- 27,9% industrie
- 22,6% agricoltura
→ problemi in termini di RISPARMIO ENERGETICO, idea spesso abusata dalla retorica ambientalista ma soprattutto fondamentale a livello economico: il costo dell’energia tende ad aumentare, in poco tempo non ci sarà più petrolio → bisogna investire nella ricerca e cercare nuove soluzioni per consumare meno: E’ PIU’ FACILE RIDURRE I CONSUMI CHE UTILIZZARE L’ENERGIA RINNOVABILE (che tra l’altro, per essere utilizzata oltre certi livelli, diventa molto costosa, oltre a sollevare altri problemi ➔ Esempio: le pale eoliche hanno un pesante impatto paesaggistico; inoltre, il vento che soffia sull’Italia non è costante né tanto forte da dare garanzie assolute sulla produzione energetica. Pannelli fotovoltaici: il costo dell’utilizzo del silicio è elevatissimo → ci sarebbe bisogno di implementare la ricerca, ma occorrerebbero diversi decenni di sperimentazione, mentre il problema energetico è molto più attuale.).
PRODUZIONE DOMESTICA UE:
- 57% termico
- 17% nucleare
- 7,2% eolico
- 18% idrico
- <1% fotovoltaico
L’IDRICO sarebbe la soluzione a tutti i problemi, con le centrali che sfruttano il “salto idrico” e l’energia cinetica dell’acqua. Tuttavia, è l’energia più “anziana” d’Europa e i salti sono sfruttati quasi integralmente in Italia e in Europa: occorrono una grossa portata d’acqua e un salto idrico alto per produrre energia, e oltre un certo livello il settore idrico non può crescere (manca materialmente l’acqua per sfruttare l’energia cinetica, soprattutto alla luce della progressiva desertificazione del mondo.
Obiettivo: 20% energie rinnovabili nei Paesi UE:
- alcuni Paesi l’hanno già raggiunto (es: Finlandia);
- ITALIA: ha mancato decisamente il suo obiettivo (come la Francia, la Lettonia, la Spagna, ecc.).
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Dettagli appunto:
- Autore: Luca Porcella
- Università: Libera Univ. Internaz. di Studi Soc. G.Carli-(LUISS) di Roma
- Facoltà: Scienze Politiche
- Esame: Politica Economica Europea
- Docente: Luciano Monti
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