Sorel, Mito nazionale
SOREL afferma che il mito più forte è presente nell’elemento nazionale. Le guerre rivoluzionarie del popolo francese, le lotte spagnole e tedesche di liberazione contro Napoleone sono sintomi di un’energia nazionale. Nel sentimento nazionale sono attivi elementi differenti presso i diversi popoli nei modi più vari: le rappresentazioni più naturali di razza e origine; poi lingua, tradizione, coscienza di una cultura e formazione comuni, coscienza di una comunanza di destini, una sensibilità per l’essere in sé diversi. Tutto ciò si muove oggi nella direzione dei conflitti nazionali più che di quelli di classe. Il mito nazionale avrebbe riportato la vittoria su quello proletario, in particolare allo scoppio della guerra mondiale, ed ora, attraverso Mussolini, avrebbe superato anche democrazia e Parlamento. Il fascismo negava la democrazia fondando una propria rivoluzionaria “visione del mondo”.
La irrazionalità del mitico anche se discende dall’anarchismo, avrebbe contribuito a fondare “un nuovo sentimento dell’ordine, della disciplina e della gerarchia”. La teoria del mito è l’espressione più forte del fatto che il pensiero parlamentare ha perso la sua evidenza. Il pericolo che ne consegue viene individuato nella possibilità di un distruttivo pluralismo dei miti e, dunque, un politeismo.
Il libro di SOREL, “Riflessioni sulla violenza” subisce l’influsso di autori come Proudhon, Bakunin e Bergson, per i quali l’anarchismo significa una lotta contro ogni tipo di unità sistematica, contro l’uniformità accentratrice dello Stato moderno, contro i parlamentari politici di professione, contro la burocrazia, le forze armate e la polizia. In particolare, PROUDHON rifiuta la presenza di uno Stato perché considerato un’istituzione assurda e illegale, finalizzata semplicemente allo scopo di sfruttare i propri simili tramite la forza, così come la proprietà privata è finalizzata allo sfruttamento del lavoro altrui. Egli rifiuta ogni tipo di potere al di sopra dell’individuo, ivi compreso Dio che, in ambito religioso, è esattamente come lo Stato in ambito politico.
Questa visione rivoluzionaria, antistatualistica e antitelogica di PROUDHON fu portata all’estrema conseguenza da BAKUNIN.
BAKUNIN ha affermato che l’unità è schiavitù; su centralismo e autorità riposano tutte le istituzioni tiranniche, siano esse sanzionate dal diritto universale di voto, come nella democrazia moderna, oppure no . Anche la scienza non ha il diritto di dominare. Essa non è la vita, non crea alcunché, costruisce e conserva, ma comprende soltanto il generale, l’astratto. L’arte è più importante della scienza per la vita dell’umanità.
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Dettagli appunto:
- Autore: Angela Consolazio
- Facoltà: Scienze Politiche
- Titolo del libro: La condizione storico-spirituale dell'odierno parlamentarismo - a cura di G. Stella - ISBN 88-348-4388-6
- Autore del libro: Carl Schmitt
- Editore: G. Giappichelli Editore
- Anno pubblicazione: 2004
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