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L’impossibilità di configurare l’autorizzazione a una forza multinazionale quale sanatoria dell’intervento contro l’Iraq


L’aspetto più ambiguo e problematico della risoluzione n. 1511 riguarda l’autorizzazione a una forza multilaterale sotto comando unificato a prendere tutte le misure necessarie per contribuire al mantenimento della sicurezza e della stabilità dell’Iraq. Questa autorizzazione sembrerebbe offrire una copertura del Consiglio di sicurezza a quei Paesi che pur non avendo preso parte alla guerra contro l’Iraq, avevano già inviato le proprie truppe in questo territorio.
Se le forze multinazionale autorizzate coincidessero con quelle partecipanti alla guerra diventerebbero forze di occupazione, sottoposte alla disciplina del diritto internazionale umanitario. Se, al contrario, le forze multinazionali autorizzate fossero un’entità diversa da quelle della coalizione opererebbero secondo l’ormai frequente meccanismo delle autorizzazioni (anche) all’uso della forza con poteri e limitazioni connesse ai compiti assegnati loro dallo stesso Consiglio. Ma il punto non è stato chiarito nella risoluzione, in ogni caso, anche se le forze multinazionali potrebbero distinguersi astrattamente da quelle di occupazione, in concreto esse coincidono.
Si ritiene inoltre che l’autorizzazione data dal Consiglio di sicurezza non operi quale sanatoria dell’intervento anglo-statunitense, infatti essa non si pronuncia in alcun modo sul precedente intervento armato e pertanto non lo legittima; inoltre il Consiglio di sicurezza, pur avendo ampi poteri discrezionali, è tenuto al rispetto di norme giuridiche, anzitutto quelle della Carta --> la sua discrezionalità deve esercitarsi entro dati limiti giuridici.
Affinché gli atti del Consiglio di sicurezza producano effetti giuridici è necessario, quindi, che essi siano legittimi, cioè che siano emanati nel rispetto delle prescrizioni di carattere giuridico che limitano la sua discrezionalità. Tenendo conto dei limiti giuridici posti alla discrezionalità del Consiglio di sicurezza va notato che, se può delegare l’uso della forza agli Stati esso, tuttavia, non può autorizzare questo uso mediante una risoluzione successiva all’intervento armato in questione. Il Consiglio di sicurezza deve garantire, in ogni caso, la propria responsabilità principale per il mantenimento della pace e deve conservare il controllo effettivo dell’azione coercitiva.

Tratto da L'ONU E LA CRISI DEL GOLFO di Alice Lavinia Oppizzi
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