Le lingue in Africa
In Africa nera ad esempio la grande frammentazione linguistica e l’azione colonizzatrice che ha favorito una specifica formazione culturale delle élite locali, ha portato spesso ad una spiccata discrasia tra una lingua di comunicazione e l’uso vernacolare delle lingue o dialetti locali, che è comunque difficile elevare a lingua di cultura specie, quando non presentano forma scritta.
Se la Tanzania, fin dalla propria indipendenza nel 1961, ha dichiarato lo swahili lingua ufficiale facendo grandi sforzi perché tutti i suoi cittadini potessero parlarlo, altri paesi africani, come il Gabon (una quarantina di lingue per un milione e mezzo di abitanti) o il Camerun (un centinaio di lingue per otto milioni di abitanti) hanno optato per una lingua ufficiale europea. Nel Madagascar il magascio, lingua ufficiale, è insegnato in tutte le scuole, ma il francese viene conservato dalla classe dirigente espressa dal gruppo etnico merina, come lingua d’uso privilegiata, insegnata nelle scuole frequentate dall’alta borghesia. L’uso di una seconda lingua finisce così per essere percepito come forma di discriminazione ed espressione della conservazione del potere.
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