Pseudomonas Putida
Un altra specie appartenente al genere Pseudomonas è Pseudomonas putida uno dei microbi più versatili in natura. I ricercatori hanno per molto tempo utilizzato questo microrganismo per studiare la genetica dei batteri del terreno ed è stato considerato un ceppo sicuro in quanto può essere utilizzato per qualsiasi studio essendo un batterio apatogeno e con bassa probabilità di contaminazione. Il sequenziamento del genoma di Pseudomonas Putida ha rilevato nuove ed importanti informazioni. Il cromosoma circolare è di 6,2 Megabasi, contiene 5420 ORFs e un contenuto G+C calcolato attorno al 61,6%. Sono presenti, inoltre, molti elementi trasponibili ma sono assenti tutti i geni della virulenza. Pseudomonas putida possiede 350 trasportatori di membrana, tra cui ATP binding cassette e trasportatori di amminoacidi (questo gli conferisce un vantaggio selettivo nella rizosfera), ma possiede pochi trasportatori per gli zuccheri, ad esempio, uno solo per il fruttosio. Possiede, inoltre, un sistema di esporto dell'acido fusarico, una tossina fungina prodotta da un fitopatogeno. Ciò rende Pseudomonas putida interessante per il suo utilizzo come biocontrollo per i funghi patogeni delle piante, infatti questo batterio colonizza le radici delle piante e stimola la crescita della pianta inibendo la crescita di patogeni. Pseudomonas putida è strettamente correlata a Pseudomonas aeruginosa. I genomi di questi batteri infatti sono molto simili, ma il primo manca si tutti quei geni che rendono il “cugino” patogeno, compresi quelli che codificano enzimi capaci di digerire le membrane cellulari degli ospiti. Comunque molti altri geni sono stati conservati e questo permette a Pseudomonas putida di resistere ai più comuni antibiotici. Un'altra importante caratteristica di questo microrganismo è la sua capacità nella decomposizione di idrocarburi aromatici tramite la loro trasformazione enzimatica in catecolo, sostanze chimiche altamente pericolose generate dalla combustione di gas, di tabacco, di carni e di altre materie organiche, per questo lo studio di questo batterio è importantissimo per arrivare in un futuro recente a riuscire a degradare questi composti altamente tossici.
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Dettagli appunto:
- Autore: Domenico Azarnia Tehran
- Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
- Facoltà: Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
- Corso: Scienze Biologiche
- Esame: Biotecnologie microbiche e ambientali
- Docente: Claudio Palleschi
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