Organizzazione di un laboratorio di colture cellulari
Il fattore più importante da considerare nell'organizzazione di un laboratorio che sia adibito alla manipolazione delle colture cellulari è la sterilità. Pertanto l'ubicazione stessa del laboratorio deve essere valutata attentamente al fine di ridurre il rischio di contaminazioni esterne. Nella situazione ottimale, un laboratorio per colture cellulari dovrebbe essere il più possibile isolato dagli altri ambienti e situato in un locale provvisto di aria filtrata. L'ingresso dovrebbe essere consentito solo agli operatori esperti e agli addetti. La zona adibita alla manipolazione ed all'uso delle colture cellulari dovrebbe essere estremamente pulita ed in condizioni di semi-sterilità. Invece, le dotazioni necessarie per l'allestimento di un laboratorio di colture cellulari dovrebbero essere: cappe a flusso laminare, delle cappe in cui c'è un flusso di aria continuo che passa attraverso un sistema di filtri che sterilizzano l'aria ( nelle cappe a flusso orizzontale, l'aria arriva in “faccia all'operatore”, mentre nelle cappe a flusso verticale ( o biohazard) l'aria giunge dall'alto, per questo l'apertura garantita al lavoro dell'operatore è maggiore nel secondo caso piuttosto che nel primo. In entrambi i casi l'aria prima di uscire viene rifiltrata e questo è molto importante nel caso dell'utilizzo di patogeni), incubatori, sia normali che a CO2, che permettono di mantenere le cellule in colture in quanto al loro interno sono ricreate, nel limite possibile, le condizioni fisiologiche dei tessuti animali in cui le cellule vivevano prima dell'isolamento. Quindi i parametri che vengono controllati sono la temperatura, la concentrazione di CO2, il pH e l'umidità. Inoltre, vi è bisogno di microscopi rovesciati o ad ottica invertita (invertoscopio), in cui la luce è posta in basso e garantisce di osservare un preparato anche molto sottile. Abbiamo inoltre, pipette automatiche, apparecchiature per la sterilizzazione (stufa a secco, autoclave, lampade UV, ecc.), sistemi per la conservazione delle cellule (congelatori e bidoni contenenti azoto liquido), vetreria e materiale monouso, terreni di coltura liquidi o in polvere, e infine, additivi come il siero, amminoacidi, ormoni, vitamine e fattori di crescita nonché sistemi tampone e antibiotici.
Il fattore più importante da considerare nell'organizzazione di un laboratorio che sia adibito alla manipolazione delle colture cellulari è la sterilità. Pertanto l'ubicazione stessa del laboratorio deve essere valutata attentamente al fine di ridurre il rischio di contaminazioni esterne. Nella situazione ottimale, un laboratorio per colture cellulari dovrebbe essere il più possibile isolato dagli altri ambienti e situato in un locale provvisto di aria filtrata. L'ingresso dovrebbe essere consentito solo agli operatori esperti e agli addetti. La zona adibita alla manipolazione ed all'uso delle colture cellulari dovrebbe essere estremamente pulita ed in condizioni di semi-sterilità. Invece, le dotazioni necessarie per l'allestimento di un laboratorio di colture cellulari dovrebbero essere: cappe a flusso laminare, delle cappe in cui c'è un flusso di aria continuo che passa attraverso un sistema di filtri che sterilizzano l'aria ( nelle cappe a flusso orizzontale, l'aria arriva in “faccia all'operatore”, mentre nelle cappe a flusso verticale ( o biohazard) l'aria giunge dall'alto, per questo l'apertura garantita al lavoro dell'operatore è maggiore nel secondo caso piuttosto che nel primo. In entrambi i casi l'aria prima di uscire viene rifiltrata e questo è molto importante nel caso dell'utilizzo di patogeni), incubatori, sia normali che a CO2, che permettono di mantenere le cellule in colture in quanto al loro interno sono ricreate, nel limite possibile, le condizioni fisiologiche dei tessuti animali in cui le cellule vivevano prima dell'isolamento. Quindi i parametri che vengono controllati sono la temperatura, la concentrazione di CO2, il pH e l'umidità. Inoltre, vi è bisogno di microscopi rovesciati o ad ottica invertita (invertoscopio), in cui la luce è posta in basso e garantisce di osservare un preparato anche molto sottile. Abbiamo inoltre, pipette automatiche, apparecchiature per la sterilizzazione (stufa a secco, autoclave, lampade UV, ecc.), sistemi per la conservazione delle cellule (congelatori e bidoni contenenti azoto liquido), vetreria e materiale monouso, terreni di coltura liquidi o in polvere, e infine, additivi come il siero, amminoacidi, ormoni, vitamine e fattori di crescita nonché sistemi tampone e antibiotici.
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Dettagli appunto:
- Autore: Domenico Azarnia Tehran
- Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
- Facoltà: Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
- Corso: Scienze Biologiche
- Esame: Biotecnologie cellulari
- Docente: Tocco
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