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La società francese all'apogeo dell'impero napoleonico


Con le annessioni del 1809-1810 l'impero francese raggiunse la sua massima espansione:comprendeva 130 dipartimenti,circa 44 milioni di abitanti senza contare anche gli stati vassalli.Bonaparte continuò imperterrito ad esercitare il potere,dando prova di una prodigiosa capacità di lavoro e di un'attenzione per ogni dettaglio dell'amministrazione.
Il Tribunato venne soppresso nel 1807 e il Corpo legislativo,così come il Senato si immobilizzò nelle mani dell'imperatore;anche la stampa era sotto il suo controllo come anche i ministri che lui accuratamente nominava.
Dal 1802 al 1806 fece alcune riforme come la creazione dei licei a fianco dei quali furono mantenute le scuole private,sotto l'autorità di un Gran Maestro;anche la religione fu riformata:venne imposto al clero un "catechismo imperiale" che inculcava il dovere della venerazione e della gratitudine nei confronti del sovrano.
L'annessione allo stato pontificio e la deportazione di Pio VII,il rifiuto di riconoscere la consacrazione vescovale di nuova nomina,turbarono gli animi dei cattolici francesi danneggiando la popolarità dell'imperatore.
Questa popolarità venne compromessa anche da una grave crisi economica che attanagliò la Francia tra il 1810 e il 1812.
Anche le pubbliche finanze erano in una situazione critica;al malcontento suscitato dall'inasprimento di dazi e imposte,si aggiungeva quello determinato dalle continue leve da gettare nella fornace spagnola e poi nella spedizione russa.

Tratto da STORIA MODERNA - 1492-1948 di Selma Aslaoui
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