Il gruppo come dispositivo
Il gruppo viene definito come dispositivo quando nasce in modo intenzionale, non casuale. Considerare un gruppo come dispositivo equivale ad avviarlo e stimolarlo in modo funzionale ai propri fini. All’interno del gruppo come dispositivo lavora un operatore che esprime le tecniche e le intenzioni necessarie allo scopo.
Un gruppo è un organismo diverso dalla somma delle singole parti, ed ogni gruppo si trova a dover affrontare delle problematiche diverse. La prima di queste riguarda il concepimento del gruppo, cioè come ogni singolo si trova a far parte di una ipotesi di gruppo nascente.
La prima tecnica necessaria per creare un gruppo come dispositivo è quella che riguarda il reclutamento, che deve basarsi su un consenso attivo e consapevole, i membri devono essere messi al corrente di ciò che lo stare nel gruppo comporterà. L’operatore deve riuscire a trasformare l’eventuale consenso manipolato in un consenso responsabile. Il concepimento del gruppo è dato anche dall’ambiente nel quale esso viene pensato e del quale farà parte. I cromosomi del gruppo sono le personalità dei singoli che lo concepiscono.
La presenza,nel gruppo che nasce, di individui con relazioni precedenti è un ostacolo: il gruppo potrebbe essere usato per concludere delle questioni sospese. Inoltre i rapporti precedenti porterebbero i singoli in una situazione di disagio e potrebbero non esprimersi al meglio. Questo fattore costituisce handicap e va quindi subito esplicitato e gestito come tale.
I gruppo nascono meglio se sono costituiti da individui diversi fra loro: un gruppo di persone troppo simili manca di varietà, ma allo stesso tempo diversità estreme potrebbero comportare dei disagi. E’ buona norma creare un gruppo misto per sesso, età, professione e cultura, ma senza creare disagi troppo profondi.
Un gruppo nasce e cresce meglio in un contesto chiaro e stabile, se viene aiutato da formatori fidati ed esperti, se ci sono organizzazioni adeguate eccetera. Un gruppo deve avere uno spazio dove trovarsi ed un tempo adeguato alla sua formazione. Occorre una fase di esplorazione e comunicazione tra i vari membri.
Un gruppo nasce e cresce più facilmente se l’ente che lo genera è consapevole e responsabile, non mosso da scopi egoistici quali conformismo, accontentare qualcuno, scopi poco nobili, distrarre il contesto da un problema, delegare una responsabilità. Il formatore deve proporre il massimo impegno per chiarire le posizioni di chi fa nascere il gruppo, altrimenti le sue intenzioni egoistiche influiranno negativamente sul gruppo.
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Dettagli appunto:
- Autore: Adriana Morganti
- Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
- Facoltà: Scienze della Formazione
- Corso: Scienze dell’Educazione
- Esame: Psicologia Clinica
- Docente: Riva
- Titolo del libro: Psicologia di gruppo - Modelli e itinerari per la formazione
- Autore del libro: Guido Contessa
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