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Critica al "Principe" di Machiavelli


I critici risorgimentali sostennero la tesi che l’opera “Il Principe” fosse una specie di manuale delle nefandezze della tirannide celebre l’immagine del Foscolo dei Sepolcri ( quel grande che temprando lo scettro ai regnatori gli allor ne sfonda ed alle genti svela di che le lagrime grondi e di che sangue).
Il dibattito su questa questione è tuttora aperto, tra le ipotesi c’è anche quella dell’opportunismo: Machiavelli avrebbe desiderato riottenere un posto politico di rilevanza e sarebbe stato quindi disposto anche ad accettare la dimensione monarchica, oppure il suo principe potrebbe essere un modello universale di capo di stato, di qualunque forma esso sia, monarchia o repubblica.
La critica moderna ha però ultimamente ipotizzato che la volontà di scrivere il Principe e quindi di parlare di monarchia sia stata mossa dall’aggravarsi della situazione in Italia.
Difatti alla fine del’400 ed inizio ‘500, l’Italia si trovava in un periodo di continue lotte interne. Machiavelli attraverso il suo trattato avrebbe voluto quindi incitare i principati italiani a prendere le redini del paese ormai sommerso da queste continue lotte interne, credendo che l’unico modo per riacquistare valore in questo preciso periodo fosse proprio un governo di tipo monarchico. E’ dunque questo il motivo che ha suscitato numerose critiche per lo più forvianti.

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