La fiaba come genere
La fiaba come genere
Qual è lo stadio più antico della narrazione?Durante l’iniziazione si raccontavano certe cose ai giovinetti. La coincidenza della struttura dei miti e delle fiabe con la successione degli avvenimenti che si svolgono durante l’iniziazione fa pensare che gli anziani raccontavano ai giovinetti ciò che accadeva a loro riferendosi all’antenato fondatore della stirpe e delle usanze. All’inizio questi avvenimenti più che narrati venivano rappresentati in una forma drammatica, servivano per le arti figurative.
I racconti rivelavano all’iniziando il senso degli atti di cui era l’oggetto, lo rendevano simile a colui che ne era protagonista, essi erano parte del culto e soggiacevano al divieto. Questi divieti costituiscono la seconda circostanza a favore della tesi secondo cui si raccontavano cose che avevano un rapporto diretto col mito.
Il racconto fa parte del cerimoniale e del rito. I racconti si svolgono insieme col rituale ed è presente anche il divieto di raccontare -> il divieto veniva emesso e osservato non per motivi di etichetta ma per le funzioni magiche inerenti al racconto e all’atto stesso di raccontare : nel raccontare il narratore sacrifica una parte della sua vita.
I miti costituiscono il tesoro più prezioso della tribù,i miti più importanti sono noti soltanto ai vecchi che ne custodiscono il segreto. I miti non sono soltanto parti costitutive della vita, ma sono parte di ogni singolo individuo. Al mito sono inerenti funzioni economiche e sociali e questa è una legge, la divulgazione del mito lo spoglierebbe del suo carattere sacro e anche della sua virtù magica. Se perdesse i miti la tribù non sarebbe più in grado di mantenersi in vita.
La fiaba non è un prodotto del regime sociale, il soggetto e la composizione del racconto di fate sono un prodotto del regime del clan nello stadio di evoluzione rappresentato.
La nuova funzione sociale del soggetto, il suo impiego artistico sono collegati con lo sparire del regime che ha creato questo soggetto. L’inizio esteriore del processo di rinascita del mito nella fiaba si manifesta nel distacco del soggetto e dell’atto della narrazione dal rituale. Il momento del distacco dal rito è l’inizio della storia del racconto di fate.
La fiaba, già spoglia di funzioni religiose, non rappresenta nulla che sia inferiore dal mio dal quale deriva, ma al contrario essa evade nella libera atmosfera della creazione artistica.
L’iniziazione non è l’unico rito, vi erano anche riti stagionali, venatori e agricoli. Col nascere della cultura feudale gli elementi del folclore diventano patrimonio della classe dominante, il movimento procede dal basso verso l’alto.
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Dettagli appunto:
- Autore: Selma Aslaoui
- Università: Università degli Studi di Bologna
- Facoltà: Scienze della Formazione
- Esame: Antropologia Culturale
- Docente: Maria Cristina Citroni
- Titolo del libro: Le radici storiche dei racconti di fate
- Autore del libro: V. Propp
- Editore: Boringhieri
- Anno pubblicazione: 1985
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