Skip to content

Ruolo del padre in famiglia


Primi studi anni 50, influenzati dal comportamentismo e psicoanalisi (complesso edipico: il padre gioca un ruolo centrale per lo sviluppo di maschi e femmine: il maschio arriva a identificarsi con figura paterna e a realizzare l’identità sessuale, la femmina trova nel padre un modello di figura maschile verso cui indirizzare le pulsioni sessuali).
1° fase in cui ci si è occupati soprattutto della patologia della paternità (schizofrenici, omosessuali, delinquenti) e di come una figura paterna debole, assente, effeminata potesse influenzare il figlio, non aiutandolo a staccarsi dalla madre (mantenimento di un rapporto morboso e invischiato).
Fase in cui si mette in luce la perifericità:
-    fisica
-    psicosociale: scarso coinvolgimento
-    biologica: il suo unico ruolo è iniziatore del processo di gravidanza
anni 70: cambiamenti anche per modificazioni familiari, il lavoro delle donne porta a > disponibilità dei padri. Il rapporto padre-figlio si forma sin dalla nascita parallelamente a quello materno e il bambino dirige l’attaccamento verso entrambi. Anche se i padri esibiscono comportamenti di cura in misura minore delle madri, sanno occuparsi del bambino in modo altrettanto adeguato (capacità di mutualità, competenza nell’uso del linguaggio, riconoscimento segnali del bambino, mansioni di cura). Hanno però un diverso stile di interazione: i padri preferiscono interagire col figlio attraverso il gioco fisico, con contatti corporei stimolanti e ritmici, sono più prossimali rispetto alla madre che privilegia la comunicazione e linguaggio.
La competenza paterna non è un dato biologicamente predeterminato, ma varia con determinate condizioni:
- legate alla storia personale: modo con cui si è formata la sua identità sessuale, sua relazione con proprio padre, sua esperienza di gravidanza e parto, sesso del figlio
- legate all’ambiente: lavoro moglie, organizzazione ruoli familiari, relazione coniugale, ambiente socioculturale
possibile difficoltà perché la donna ha un ruolo preponderante nella biologia della procreazione, mentre l’uomo ha il solo compito d’innescare un processo che è proseguito biologicamente dalla donna (asimmetria ruoli); il maschio deve compiere un processo più complesso per comprendere il significato della nascita e cura del piccolo.
Fattori culturali: ancora oggi l’uomo è educato soprattutto a realizzarsi nel lavoro e concepire il ruolo paterno sotto il profilo del sostentamento economico della famiglia.

Tratto da DIZIONARIO DI PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO di Antonella Bastone
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.