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Considerazioni teoriche sul caso dell'uomo dei topi


Quando si parla di rappresentazioni ossessive sarebbe meglio parlare di “pensiero ossessivo” e sottolineare che le formazioni ossessive possono essere costituite da diversi atti psichici. Esse possono essere definite come:
desideri, tentazioni, impulsi, riflessi, dubbi, comandi e divieti.
Nel corso di un trattamento psicoanalitico oltre che a crescere il coraggio del malato lo fa anche quello della malattia, la quale consente manifestazioni più palesi. Ovvero il malato, che fino ad allora aveva distolto con terrore lo sguardo delle proprie produzioni patologiche, comincia ora a esaminarle con attenzione e impara a conoscerle in modo più chiaro e dettagliato.
Per arrivare ad una conoscenza dettagliata delle formazioni ossessive innanzitutto si constata che i sogni possono dare il testo autentico di un comando o di un’altra formazione ossessiva, che durante la veglia è reso noto solo in forma deformata e che le rappresentazioni ossessive sono diverse spesso hanno un unico significato.
Ma una volta respinta l’ossessione ritorna in forma deformata, non viene riconosciuta e per questo può affermarsi meglio nella lotta difensiva. Quindi la deformazione le consente di sopravvivere, poiché il pensiero cosciente è impossibilitato a comprenderla.
Infine ciò da cui il soggetto si difende trova sempre il modo di farsi strada proprio attraverso i meccanismi messi in atto per la difesa.

Tratto da CASO CLINICO DELL'UOMO DEI TOPI di Carla Callioni
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