Fiaba Zio Lupo: fiaba romagnole, verso Ravenna
Una bambina golosa, relazione con l’avidità, siamo a carnevale, la maestra vuole dare alle bambine le frittelle se fanno le brave. Ma la bambina non sapeva fare la maglia, incapacità tecnica.
Si chiude dentro al bagno e si addormenta e le altre bimbe si mangiano tutte le frittelle, quindi racconta tutto alla mamma che le dice di andare da zio lupo, parentela, struttura familiare, l’emirato?è una forma di matrimonio per cui quando il marito muore il fratello di questo può diventare marito della vedova. Zio lupo è una sorta di iniziatore che vive nella foresta, è depositario della padella per le frittelle, resto di cultura antica, ha delle caratteristiche sciamaniche.
La bambina batte alla porta di zio lupo. Apre e le da la padella. Altro elemento culturale: deve restituirla piena di frittelle e vino,(è simile a cappuccetto rosso), tutto cibo cotto. Le fiabe girano spesso intorno alla produzione di cibo.
La bimba è golosa e si mangia tutto invece di pensare allo scambio. Zio lupo vuole il baratto, uno scambio, a volte c’è chi per me compra un bene, ma ora c’è uno scambio diretto. La bimba non tiene fede alla parola data, che era molto importante nella cultura orale,in quanto non poteva venire scritta la parola data. L’insegnamento è fatto in modo indiretto, l’apprendimento della regola avviene dal confronto con il comportamento positivo (la mamma che cucina per zio lupo). Ma la bimba si mangia tutto, frittelle, pane e vino, poi si rende conto dello sbaglio, non sa cucinare e non tiene fede alla parola data e in più c’è disprezzo per zio lupo.
Lei si allontana da casa,gioca come una bambina e disprezza zio lupo, che ha legami con il mondo trascendente, mancanza di rispetto nei confronti dei morti. Per riempire la padella raccoglie delle polpette di somaro (coprofilia nei bambini che prelude alla scoperta sessuale). Questa fiaba non è solo per bambini ma anche per adulti. La bambina non sa distinguere il cibo dalle feci, tutto può essere scambiato con tutto a un livello di parità.
È molto importante la tassonomia nella cultura orale perché mancando i documenti scritti vengono definite le cose a livello verbale. Troviamo vari nomi per definire il colore del mare ad esempio. Essere capaci di definire è una delle regole fondamentali.
La bambina dimostra di far parte ancora del mondo della natura, bambina ancora grezza non ha ancora incorporato i valori culturali e va a finire nella pancia del lupo, serve per far capire che chi si comporta così fa ancora parte del mondo della natura.
Tutte le fiabe di divoramento strutturalmente sono simili, vogliono definire cos’è la natura, è la non cultura. La cultura contadina ordina la realtà secondo le regole per cui il bambino fa ancora parte della natura. Il divoramento avviene quindi siamo perfettamente nelle radici storiche sottolineate da Propp.
(Il capitolo legata allo strutturalismo di Nicola Martino va fatto bene.)
Arriva a questo punto la punizione, il cattivo, chi non si comporta secondo la trasmissione dei valori culturali, viene incasellato come modello da non seguire.
Metalinguaggio: essere divorati dal lupo, il pensiero che sta dietro la fiaba è che se non applichi le regole della cultura contadina verrai punito. Questa lettura strutturale del racconto è fondamentale per essere applicata ovunque c’è un racconto.
La bambina usa acqua sporca per il vino, il pane è sostituito dalla calcina dei muratori. Il lupo con occhi di fuoco, particolare interessante, gli dice stanotte ti vengo a mangiare. La mamma chiude porte e finestre ma si dimentica l’apertura del camino.
Cos’è la cappa del camino?? È l’asse verticale alto basso che segnala la trascendenza. In Grimm questi particolari non ci sono. Astuzia del lupo, del soprannaturale, alla fine c’è sempre una variabile che appartiene al soprannaturale che all’uomo sfugge e che fa si che il lupo possa avere la meglio sulla bambina.
La cultura contadina saggiamente evita di essere ipocrita e riconosce la violenza perché non si può far finta che non ci sia. I bambini sono angioletti ma anche diavoletti e bisogna dar loro strumenti per riconoscere la violenza perché se no poi esce e succedono dei disastri. La fiaba è un ottimo strumento. Tutto oggi deve essere nascosto dietro ipocrisia buonista. La donna,perché alimentatrice, si pensa anche come golosa.
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Dettagli appunto:
- Autore: Selma Aslaoui
- Università: Università degli Studi di Bologna
- Facoltà: Scienze della Formazione
- Esame: Antropologia Culturale
- Docente: Maria Cristina Citroni
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