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Legge Corona del 1967 e teatro di tradizione


La legge Corona (num. 800) del 14 agosto 1967 è la prima legge organica dell’Italia repubblicana nel settore musicale. Gli anni sessanta sono l’epoca del miracolo economico (sempre più ampia diffusione dei mezzi di comunicazione di massa), del consumismo più sfrenato e si accentua la crisi dello spettacolo dal vivo. Le sale cinematografiche entrano in crisi e a queste si affiancano le sale da concerto e i teatri d’opera. Per sostenere una capacità di produzione la sinfonica e il teatro lirico aumentano i prezzi dei biglietti, la popular music coinvolge masse di giovani. Nel 66’ si vara un piano finanziario di spesa per 12 miliardi di lire per le attività liriche e sinfoniche forte volontà d’intervento dello stato.
La legge non definisce le strutture operative per tutti i soggetti, vengono però assegnate sovvenzioni o meglio come recita l’art. 1 “provvidenze”.
Teatro di tradizione: quei teatri che dimostrino di aver dato particolare impulso alle locali tradizioni artistico musicali.
Istituzioni concertistiche orchestrali: quei complessi stabili o semi stabili a carattere professionale che svolgono attività continuativa.
I teatri di tradizione assumo vesti giuridiche diverse facenti capo in vario modo alle municipalità a gestione mista pubblico-privato o interamente privata.
L’appartenenza al settore pubblico fa si che i teatri si appesantiscano dei meccanismi burocratici tipici di tale settore e più in generale del settore pubblico.
Oggi la legge 800 si può ritenere in gran parte superata tuttavia, a dispetto delle difficoltà, ha mantenuto in vita un sistema musicale non privo di difetti e lacune ma che in particolare per il teatro d’opera conserva un primato europeo. Non varia però lo stato di gravità della situazione finanziaria degli enti lirici. Occorre ridisegnare il panorama dello spettacolo con una sorta di legge “madre”. Il finanziamento del Fus ha carattere triennale ed è uno dei collegati alla legge finanziaria. I criteri di ripartizione del fondo sono stabiliti in base alla proposte del comitato dello spettacolo.

Tratto da POLITICA DELLO SPETTACOLO di Laura Righi
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