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Atti locutori, perlocutori, illocutori.


Prima di giungere alla vera e propria “Teoria degli Atti linguistici”, mi sembrava essenziale proporre un esempio, in riferimento al dialogo esaminato, della tripartizione in atti locutori, illocutori e perlocutori. La divisione rappresenta lo stadio successivo della dicotomia enunciati constatativi / performativi ed è effettuata dallo stesso Austin.
Esempio:

(1)

27.M.B. :  -  [ (…) adesso mettiti lì ((indica un punto dello studio televisivo))

Nel frammento conversazionale (1) , Mike Bongiorno compie i seguenti atti:

atto locutorio
(atto del dire) :                   M.Bongiorno ha detto a V. Sgarbi “Adesso mettiti                
                      lì”   

atto illocutorio:
(atto compiuto nel dire)     M.Bongiorno ha ordinato a V. Sgarbi di mettersi “lì” (in

                      un angolo)

Nell' individuazione dell' atto perlocutorio- atto compiuto per mezzo del dire- invece, si incontrano difficoltà. Infatti, nell' estratto, nessuno dei due parlanti riesce mai, a convincere, persuadere o rassicurare l'altro. Le uniche volte in cui viene data una risposta affermativa, è il sarcasmo a farla da padrone. Dunque, non può essere che l'equivalente di uno scambio in negativo.
Non sempre, le conseguenze perlocutorie intenzionate dai parlanti generano effetti perlocutori conseguenti negli ascoltatori.  Da notare,  il fatto che i maggiori critici di Austin asseriscono che quest' ultimo atto non costituisca una componente dell' atto linguistico al pari dell' atto locutorio e di quello illocutorio.

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