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L'educatore come promotore di contesti inclusivi


L’educatore che opera in affiancamento individualizzato all’interno della classe deve sapersi porre nella zona di incontro tra il minore in situazione di disagio e il resto del sistema-classe, costituito dall’insieme intrecciato di relazioni tra i compagni, tra alunni e insegnanti, tra docenti.
Provare a sviluppare l’azione educativa tenendo conto della complessità del contesto nel quale il bambino manifesta il proprio disagio consente all’educatore di coglierne meglio la natura e di intervenire, oltre che direttamente, anche tentando di correggere le dinamiche che lo alimentano.
L’educatore impegnato in interventi di supporto in classe, per rispondere alle difficoltà di un bambino, non focalizza esclusivamente l’attenzione su di lui ma allarga lo sguardo, per operare nella direzione del cambiamento del sistema-classe e delle relazioni che lo caratterizzano; partendo dalla lettura dei significati che i vari soggetti attribuiscono alle manifestazioni di disagio del singolo, può promuovere un processo che miri ad aumentare le capacità del contesto di includere il minore.
Si tratta di un approccio non esente da rischi per l’educatore, primo quello di finire con il perdere di vista il bambino rispetto al quale è stato chiamato a intervenire, pericolo che va tenuto costantemente sotto controllo.

Tratto da L'EDUCAZIONE DIFFICILE di Anna Bosetti
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