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L’educatore e i bisogni dei MSNA


L’educatore che si trova a progettare un percorso formativo rivolto a un minore straniero non accompagnato deve fare uno sforzo per mettere a fuoco i bisogni formativi del ragazzo così da elaborare ipotesi fondate circa le direzioni di crescita da favorire per una sua effettiva integrazione sociale.
La capacità di mobilitare risorse personali per rielaborare emozioni antitetiche e ambivalenti è una dimensione fondamentale nel processo educativo volto a sostenere lo sforzo di sperimentazione e ridefinizione del proprio Io-in-Italia.
Possono esserci contraddizioni, aspettative deluse, crisi di identità nelle storie di vita dei migranti.
Spesso gli esiti di percorsi migratori all’inizio difficili sono stati poi talmente positivi da superare qualunque migliore aspettativa. Altre volte gli esiti sono stati e sono talmente negativi da scoraggiare, da far progettare i ritorni. Per emigrare da una situazione di instabilità economica e sociale infatti il minore abbandona sicurezze e identità che aveva costruito nel proprio paese e compie un «salto nel buio».
Il principale traguardo formativo che si pone l’educatore nel lavoro con i MSNA è quello dell’autonomia, sia in riferimento al proprio sostentamento (lavoro e casa) sia rispetto all’inserimento nella cultura italiana, con lo sviluppo di capacità di orientamento nei servizi, di scelta e decisione.

Tratto da L'EDUCAZIONE DIFFICILE di Anna Bosetti
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