Skip to content

Clozapina: capostipite dei farmaci atipici caratterizzati da ampi spettri recettoriali


La clozapina è registrata negli USA e nei paesi europei con l’indicazione della schizofrenia resistente ai neurolettici classici o in sostituzione a quelli che causano effetti extrapiramidali.
La risposta clinica avviene nelle prime settimane di trattamento, tuttavia una quota di pazienti sembra rispondere più lentamente (sino a 6 mesi di somministrazione). I 2 predittori di buon esito del trattamento sembrano essere un elevato punteggio alla BPRS ed una consistente riduzione dello stesso dopo la prima settimana di trattamento.
Poiché l’effetto positivo del farmaco può essere ritardato sino anche a 12 mesi e i costi del trattamento, unitamente ai rischi di tossicità, sono alti, se non si verificano miglioramenti entro 2-4 mesi sarebbe opportuno sospendere il farmaco. Occorre anche considerare che i rischi di tossicità sono bilanciati da una riduzione delle condotte suicidali dei pazienti in trattamento e i costi elevati sono bilanciati dalla diminuzione del tasso di ospedalizzazione.
Le altre possibili indicazioni sono costituite da:
schizofrenie parzialmente responsive ai neurolettici classici,
disturbo schizoaffettivo,
forme psicotiche in parkinsoniani,
sintomi extrapiramidali da neurolettici classici,
disturbi bipolari.
In relazione alle problematiche di tollerabilità appare opportuno iniziare il trattamento con dosaggi molto bassi (12,5 mg, raddoppiato a 25 mg in seconda giornata e poi progressivamente sino al raggiungimento di almeno 300 mg).

Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.