Lo stupore in psicoanalisi
La condizione di stupore è descritta da Freud nella “Psicopatologia della vita quotidiana” come quella che consegue allo straniamento e alla sorpresa creati dal motto di spirito e precede lo stato di illuminazione nel quale si svolge l’atto di apprendimento e di conoscenza che svela il senso del motto. Nel linguaggio medico, lo stupore è uno stato di arresto completo della mobilità volontaria associato a intoppo, rallentamento o torpore dell’attività ideativa e un distacco dalla realtà esterna.
Lo stupore che si origina dalle opere d’arte, invece, al pari della meraviglia, è considerato come un’accentuazione del diletto. Nell’esperienza religiosa è connotato in diverso modo a seconda delle varie aree di pensiero: nel mondo occidentale, lo stupore che precede la ricerca del contatto divino attiene alla disposizione ebbra, come quella più idonea alla conoscenza dei misteri dell’anima primigenia. Nelle religione politeiste pagane, lo stupore è relativo a tutte quelle occasioni in cui la misura della perfezione umana, sovrastata da eventi o sentimenti che la minaccerebbero, rimanda all’esistenza di divinità che la potenziano e ne difendono i confini. Nel cattolicesimo, lo stupore estatico del pensiero mistico, creatore di passioni e di opere d’arte, differisce dallo stupore del credente comune al cospetto divino, nel quale la meraviglia, l’atterrimento e la fruizione gaudiosa sono contrapposte alla minaccia della perdita e della colpa, legate al peccato. Lo stupore del mistico, che è in comunione con il divino e può trattenerne in sé una presenza elettiva, connota quest’ultimo come un privilegiato, un eletto della divinità, il quale solo può attingere esperienze di sentimenti sovrumani.
Nel trattamento analitico, lo stupore allude alla presenza di una condizione la quale, non potendo essere vissuta direttamente, o essendo stata francamente negata, ha generato un campo sostitutivo di quello originario, contrassegnato dalla meraviglia e dalla difficoltà a proseguire l’esperienza, o ha cancellato il campo stesso e i suoi contenuti, con una perdita di senso di orientamento e di coordinamento. La sua presenza durante l’analisi ci indicherebbe la rievocazione di quella condizione originaria, che il paziente può essere aiutato ora a recuperare.
Spesso l’esperienza del cambiamento è accompagnata dal sentimento, dalla confusione o dallo stupore, come se il rintracciare o il prevedere al proprio interno elementi che non hanno fatto parte dell’assetto tradizionale fino a quel momento, o ancor più elementi dotati di un’energia positiva al posto di altri che assicuravano tendenza alla stasi e al dolore, creasse allarme e ostilità verso la formazione sentita come nuova, sconosciuta e capace di suscitare movimenti immediati di gelosia.
Lo stupore funge allora da territorio di confine, fra lo schieramento tradizionale e quello da esso filiato, e al suo interno sarà più facile compiere manovre e schieramenti nuovi. Esso segnala una condizione anomica, presoggettuale della mente. La presenza di questo sentimento rende avvisati dell’intenzione del soggetto stupito di proteggere strati più sofisticati o più fragili del sé, non contestualizzabili con l’esperienza stessa. Una parte di questo sentimento, scaturito dal desiderio di rinnovarsi, indica la possibilità del permanere di tale desiderio.
Lo stupore dell’analista è causato dalla sua solitudine, che potrebbe essere valutata, controtrasferlamente, in termini di un dolore troppo grande per essere sostenuto dal paziente, oppure come una nuova condizione che il paziente gli presenta non consonante con le sue attese o con la percezione che egli aveva del lavoro con il paziente fino a quel momento; oppure, infine, perché l’analista non è preparato a un abbandono o a un’una evoluzione precoce del paziente.
L’elemento del dubbio e della possibilità nell’atteggiamento dell’analista, specialmente quando egli coglie su di sé un elemento di stupore, è di aiuto verso la fluidificazione di quegli elementi intasati che è stato difficile enucleare fino a quel momento.
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Dettagli appunto:
- Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
- Facoltà: Psicologia
- Esame: Psicologia clinica
- Docente: Marinelli
- Titolo del libro: Sentire. Saggi di psicoanalisi clinica.
- Autore del libro: Marinelli S.
- Editore: Borla
- Anno pubblicazione: 2000
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