Identità in esilio nelle terapie di gruppo
Alcuni pazienti sanno scegliere in modo autonomo quale terapia è più adatta al momento che stanno vivendo. Chi si rivolge ad un’esperienza psicoanalitica di gruppo sta tentando di valorizzare risorse e competenze personali di tipo sociale, per affrontare un pensiero profondo che sentirebbe opprimente nella ristretta situazione duale. L’analista nel gruppo riesce ad attingere tale funzione connettivante, che non attiene tanto allo svelamento, ma alla produzione di senso e alla strutturazione di quei transiti fra un’area e l’altra della mente che nella produzione inconscia del gruppo e della sua fantasmatizzazione si presentano come presimbolici, e guizzano profondamente nello stato d’animo del gruppo come pensieri selvaggi. Solo se successivamente interviene un desiderio diverso, si potrà transitare verso l’esperienza privata e intima che inizialmente era sentita come riduttiva e claustrofobica. La sensazione che si prova parlando in un gruppo, di essere denudati, derubati, o depersonalizzati ha a che vedere con una cognizione dei confini soggettivi di qualità fragile, illusoria. La necessità che il gruppo sollecita, di transitare da un livello all’altro dell’esperienza potrebbe venir sostituita da uno sconfinamento erratico della mente: il fare ricorso a tale sistema potrebbe sostituire stabilmente, specie se messo in atto con velocità, la necessità di valutazioni, discriminazioni e adeguamento dei mezzi che precedono l’espressione e l’azione.
La parola, il discorso possono mantenere una fisionomia propria e insieme disporsi al confronto, se possiedono in sé svolgimento spazio-temporale, individuazione, espressione.
I pazienti che hanno assistito a crolli rovinosi, catastrofici di strutture psichiche scomparse senza lasciare traccia o anche mai esistite, potrebbero preferire esperienze terapeutiche corali, come un accesso ad un piano tragico, epico, nel quale l’accadere psichico ha proporzioni gigantesche, dove si può avere l’illusione che non sia richiesta la presenza soggettiva, la partecipazione determinata, piuttosto che un ambito più privato e lirico di esperienza, che può presentarsi privo di immaginarie magnificenze e più fiscale sul piano delle richieste.
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Dettagli appunto:
- Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
- Facoltà: Psicologia
- Esame: Psicologia clinica
- Docente: Marinelli
- Titolo del libro: Sentire. Saggi di psicoanalisi clinica.
- Autore del libro: Marinelli S.
- Editore: Borla
- Anno pubblicazione: 2000
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