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Vincoli dello sviluppo



Fino ad ora si è parlato di esperienza, però il NC non solo modifica il modo in cui viene concepita l’esperienza, ma modifica anche il concetto di innato -> secondo questo approccio bisogna ridefinire questo concetto, e considerare quei processi innati non come una impronta statica, ma come dei vincoli allo sviluppo -> ciò vuol dire che il bambino alla nascita possiede predisposizioni di natura per lo più attentiva che indirizzano lo sviluppo in certe direzioni piuttosto che altre, cioè direzionano l’attenzione del bambino verso certe tipologie di stimoli invece che verso altre (esempio: stimoli sociali). Un esempio sono le caratteristiche visive limitate del bambino ,che vincolano il tipo di esperienze che il bambino è direzionano l’attenzione del bambino principalmente verso stimoli sociali. Quindi il vincolo non è un limite, ma una risorsa (vedi articolo Meltzoff).
Modello piagetiano: vi sono cambiamenti qualitativi nella struttura cognitiva
Modello innatista: la struttura cognitiva è già ben definita dalla nascita, e grazie all’esperienza può arricchirsi e ampliarsi, anche se il nucleo di conoscenze non cambia mai
Approccio NC: all’origine dello sviluppo vi sono vincoli prespecificati, che orientano lo sviluppo indicando al bambino a cosa fare attenzione, quindi promuovono le sue esperienze, e in questo modo mano a mano si specializzano.

Nuovo significato del termine innato
Il NC cambia il modo di pensare al termine innato ->innato non viene più considerato come opposto ad appreso (dato che le predisposizioni innate favoriscono l’apprendimento), non viene più considerato come dominio-specifico (dato che le predisposizioni sono dominio-generale), e non è necessario che voglia dire presente fin dalla nascita. Ma che cosa sono queste predisposizioni intatte -> il NC individua 3 diversi livelli ai quali si può presentare una predisposizione innata
1) Livello strutturale: la struttura del nostro cervello è costituito in modo tale da filtrare certe informazioni piuttosto che altre (il bambino presta più attenzione a certe informazioni piuttosto che altre). Questo livello riguarda anche la neuro anatomia: caratteristiche di risposta dei neuroni, tipo di connessioni, natura delle connessioni tra aree del cervello.
Via del what e via del where: nella neuropsicologia vi sono descrizioni di pazienti con una doppia dissociazione (via where preservata e what compromessa o viceversa). Queste due vie si sviluppano in tempi diversi: la via del where (inseguimento degli oggetti) si sviluppa molto precocemente, mentre quella del what più tardi (riconoscimento oggetto) -> sembrano quindi esserci delle evidenze che la dissociazione tra what e where sia geneticamente predeterminata. In realtà alcuni studi mostrano che non è così -> la via del where sarebbe costituita da neuroni che si attivano in fretta, cioè hanno una bassa soglia di attivazione e passano l’informazione velocemente-> ciò farebbe sì che questa area si specializzi nell’elaborare il dove (proprio per le caratteristiche neuro anatomiche di questi neuroni). Al contrario i neuroni del what si attivano più lentamente e hanno una soglia di attivazione più alta -> elaborano le informazioni in maniera più lenta però più approfondita —> per queste caratteristiche strutturali quest’area si specializza nel che cosa è un oggetto. Queste minime differenze strutturali possono dare origine a percorsi cerebrali diversi.
2) Vincoli spazio-temporali: aree diverse del cervello maturano e diventano funzionali in momenti diversi dello sviluppo. Ciò ha conseguenze diverse: variazioni nel momento in cui determinate esperienze intervengono possono giocare un ruolo determinante nel processo di specializzazione delle diverse aree cerebrali (vedi periodo sensibile) / una certa area può essere reclutata a svolgere una particolare funzione e sviluppare una specializzazione per tale funzione perché ha raggiunto un sufficiente livello di maturazione nel momento in cui il compito si presenta.
3) Vincoli rappresentazionali: alcuni autori sostengono che determinate tipologie di info sono così importanti (esempio: info sociali) da essere rappresentate fin dalle origini nel nostro cervello (a livello di connessioni sinaptiche), altri invece negano questa possibilità, perché altrimenti si ricade nell’errore dell’innatismo (per cui anche i contenuti di conoscenza sono innati)

Questi vincoli non sono dominio specifici (a differenza di ciò che pensava l’innatismo rappresentazionale), ma “rilevanti per il dominio”, cioè particolarmente adatti all’elaborazione di particolari classi di input. I meccanismi rilevanti per il dominio diventano progressivamente dominio-specifici in conseguenza del fatto che vengono utilizzati prevalentemente per l’elaborazione di una specifica categoria di input.

Sintesi dei concetti chiave del NC:
- Sviluppo come processo proattivo
- Sviluppo come processo probabilistico: non predeterminato, ma il bambino ha davanti a sé tanti possibili esiti i sviluppo, dato che il suo sviluppo dipende da tantissimi fattori diversi che agiscono in tempi diversi -> quindi lo sviluppo è una proprietà emergente piuttosto che predeterminata
- Sviluppo come crescente specializzazione -> processo di modularizzazione
- Innato come vincolo dominio generale sullo sviluppo

L’ultimo concetto importante del NC è lo sviluppo come processo CONTINUO (piuttosto che discontinuo tramite processi qualitativi -> Piaget). In particolare ciò che cambia in modo continuo è il formato delle rappresentazioni (cioè il modo in cui la conoscenza viene rappresentata nella mente e nel cervello). Ma cosa è esattamente una rappresentazione? È il formato assunto da una qualsiasi informazione contenuta nel cervello che contribuisca a un comportamento adattivo all’interno di uno specifico ambiente -> NON è una rappresentazione simbolica, che rimanda direttamente a entità e oggetti del mondo esterno, ma piuttosto si tratta di rappresentazioni parziali e frammentarie (subsimboliche), distribuite in varie aree cerebrali, che insieme rendono possibile un comportamento adattivo (richiamo al connessionismo) -> esempio: concetto di pettirosso -> non c’è una scatolina (una specifica area) nel mio cervello in cui vi sono tutte le info del pettirosso, ma potranno attivarsi le aree sensoriali relative alle caratteristiche percettive del pettirosso, le aree emotive relative alle emozioni che mi suscita un pettirosso, le aree della memoria relative agli episodi che ho vissuto di pettirosso -> tutti questi frammenti insieme formano la rappresentazione di pettirosso.

Tratto da PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO COGNITIVO di Mariasole Genovesi
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