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Il trattamento dei disturbi psicofisiologici


Il trattamento deve essere condotto, assieme ad un medico. Il trattamento farmacologico è utile, ma non sempre esso agisce sul fatto che la persona sta reagendo a uno stress psicologico. Il trattamento più efficace è quello in cui si riduce l'ansia, la depressione e la rabbia del paziente.
*Trattamento dell'ipertensione e riduzione del rischio di cardiopatia ischemica: viene, da molti anni, riconosciuta l'importanza di affiancare ad un eventuale terapia farmacologica, la perdita di peso (anche attraverso un incremento dell'attività fisica “quotidiana”) e la riduzione dell'assunzione di sale. Praticare una regolare attività fisica può, inoltre, ridurre la mortalità riconducibile alle patologie cardiovascolari.
*Biofeedback: è la conoscenza delle conseguenze delle nostre azioni a guidarci nel comportamento. Il biofeedback consente alle persone di acquisire controllo su comportamenti normalmente ritenuti involontari. La persona sa, istantaneamente, cosa succede al corpo. E' una tecnica, che però non è totalmente affidabile.
*Ridurre rabbia e ostilità, depressione e isolamento sociale: esercitandosi a ridurre il carico delle proprie attività e ambizioni, a parlare più lentamente, ad ascoltare gli altri con maggior attenzione, rilassandosi. Il comportamento di tipo A può essere modificato, riducendo il rischio di infarto. Depressione e isolamento sociale sono fattori di rischio per le malattie cardiovascolari.
*Gestione dello stress: insieme di tecniche per aiutare persone, che raramente vengono etichettate come pazienti, ad affrontare le sfide che l'esistenza ci pone davanti. Quando la tecnica si focalizza su obiettivi comportamentali (es: smettere di fumare), è più efficace, per quanto concerne la cardiopatia ischemica.
Tecniche:
*la riduzione dell'attivazione: il paziente viene addestrato al rilassamento muscolare, e ciò provoca un accrescimento del senso di autoefficacia dell'individuo.
*la ristrutturazione cognitiva: tentativo di modificare il sistema di convinzioni delle persone e di migliorare la chiarezza logica delle interpretazioni cognitive che esse danno delle proprie esperienze.
*l'addestramento ad abilità comportamentali: apprendimento delle tecniche e delle abilità necessarie per eseguire compiti impegnativi.
*la modificazione dell'ambiente: ad esempio, migliorando il sostegno sociale, cambiando il luogo di lavoro, modificando le pratiche di gestione e assicurando più privacy.
*Interventi cognitivo-comportamentali: tra gli asmatici, l'addestramento a una respirazione corretta sono associati a una minore assunzione di farmaci, ma di fatto non migliorano significativamente la funzionalità polmonare.


Tratto da PSICOLOGIA CLINICA di Alessio Bellato
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